Si è conclusa con quattro arresti, l'operazione denominata "Samba 2020", che ha portato all'accertamento di un traffico di droga internazionale nel Porto spezzino. L'operazione ha preso il via nel mese di dicembre, quando, dopo aver svolto un’accurata analisi di rischio nei confronti delle merci spedite da Paesi sensibili, si è deciso di sottoporre ad approfondito controllo un contenitore che trasportava casse di legno contenenti lastre di granito, proveniente dal Brasile.
Lavori di intelligence e di squadra tra Guardia di Finanza e Ufficio delle Dogane, che confermano l'impegno per la lotta al traffico di sostanze stupefacenti e che hanno portato a sgominare un traffico di droga internazionale nel Porto della Spezia: questa è l'operazione "Samba 2020", i cui dettagli sono stati resi noti questa mattina, 13 gennaio, nel corso di una conferenza stampa.
Determinante la collaborazione tra l'Agenzia delle Dogane e la Guardia di Finanza, che ha reso possibile un'operazione frutto di un lavoro quotidiano di controllo e di indagine; fondamentale è stato l'uso dello scanner a raggi X che consente di identificare il carico di merci nel contenitore senza doverlo aprire e svuotare. Così ha preso il via Samba 2020: la persona allo scanner ha notato una discrepanza tra quello che vedeva e quanto indicato nei documenti, dove erano dichiarate 12 casse di lastre di granito, provenienti dal Brasile. Invece è emerso che erano stati ricavati vani nelle lastre sottostanti le prime per occultare 300 panetti per totali 333 chili di droga, che avrebbero reso 100 milioni di euro.
Il carico è stato sottoposto a sequestro, ma l'obiettivo era scoprire cosa c'era dietro. Per questo motivo è intervenuto il GICO (Gruppi d'Investigazione sulla Criminalità Organizzata) di Genova, oltre alla Guardia di Finanza locale.
L'operazione è proseguita con la "consegna controllata", vale a dire sostituendo i panetti con sostanza inerte.
Il 7 gennaio il contenuto del container è stato spostato a Carrara, in una ditta stoccaggio marmi, risultata poi estranea ai fatti, e dopo vari trasporti è arrivato in una officina meccanica di Massa Carrara che sarebbe stato il punto di smistamento.
L'esito dell'operazione ha portato all'arresto di quattro persone: un croato, un albanese, una brasiliana e un calabrese della provincia di Reggio Calabria e le indagini hanno fatto emergere come, probabilmente, la droga sarebbe dovuta andare anche nell'Est Europa.