In mattinata, il vescovo Luigi Ernesto Palletti ha presieduto la Messa solenne a Le Grazie, in cui ha sottolineato la centralità di Maria nell’opera redentrice di Gesù. «La nascita umana di Gesù prevede una maternità umana, prevede Maria», ha detto il vescovo nell’omelia. La pagina evangelica della genealogia di Gesù riporta «un elenco di nomi, a noi per lo più sconosciuti. Questi nomi dicono che l’opera della salvezza di Dio é un cammino lungo, che percorre la storia, ha vari volti, e comprende situazioni di fedeltà e di peccato, fino al grande momento della nascita di Gesù, in cui Dio, dall'eternità, si fa anche uomo».
«Se avesse voluto parlare tramite angeli, avrebbe potuto farlo, ma Gesù Dio ha voluto prendere la nostra umanità. Da Maria ha preso il corpo, come il nostro, però Lui é l’unico eterno figlio di Dio. Continuando a esserlo, ha assunto la nostra umanità, fino a sperimentare la morte e la risurrezione, per compiere il progetto del Padre». Alla luce di questo, oggi festeggiamo «la nascita di Maria in previsione di diventare la madre di Dio».
Maria è così l’ultimo anello di storia della salvezza. Per questo non conoscerà il peccato. «Anche lei é salvata, ma per preservazione dal peccato. Quella verso Maria non è una devozione tra le tante, significa riconoscere Cristo, credere che Gesù è morto e risorto per noi. L’accogliere Gesù come vero uomo ci permette di andare alla radice umana su cui il progetto di Dio va a radicarsi per donarci la salvezza».
Infine, «sotto la croce Gesù ci dona Maria come madre. Maria non solo è la madre di Gesù, che è il capo, ma anche di tutti noi, che siamo le membra. Il discepolo la prende nella sua casa. Oggi veneriamo la nascita della madre del Signore e insieme ringraziamo del grande dono della redenzione!».
(Testo: Francesco Bellotti)