Attilio Ferrero ha legato il suo nome e l’impegno dei suoi anni da pensionato al grande sogno degli spezzini e così piace ricordarlo a noi di SOS Sanità, il comitato confluito nel Manifesto, di cui era stato socio fondatore.
Aveva partecipato a diverse riunioni fornendo sempre contributi importanti sugli aspetti burocratico-amministrativi, e non solo politici, della sanità spezzina da rilanciare. Del nuovo ospedale aveva cominciato ad occuparsi ai tempi del sindaco Rosaia, il cardiologo che aveva fortemente investito nel Felettino: Ferrero era diventato presidente del Comitato che sosteneva quel progetto e che aveva raccolto donazioni e contributi dai cittadini. Dietro le quinte della politica si adoperava per tenere contatti, informarsi e sollecitare delibere e interventi. Quando Conzi era direttore generale dell’Asl, lo si vedeva quasi ogni giorno a braccetto del manager sotto i portici di via Veneto e l’ospedale era in cima ai suoi pensieri.
Lo è stato probabilmente sino all’ultimo, stando alla testimonianza del figlio Andrea che ha riferito l’ultima frase comprensibile detta dal padre, come un atto d’accusa, sul letto di morte: Dovranno risponderne alla Corte dei conti.
Renzo Raffaelli per SOS Sanità