"Nella nostra città, capoluogo di provincia, l’ospedale resta un sogno, eppure tutti i cittadini non agognano che a vederlo finito anche se si rendono conto che si tratta di pura utopia.
Il territorio spezzino ha subito gravi danni in termini di tempi di realizzazione e in termine di perdite economiche, eppure nessuna trasparenza pubblica su coloro che sono i responsabili di ciò che è avvenuto, ovvero sul disastro che ha colpito la sanità spezzina e nulla si muove, come se questi dieci anni non si fossero perduti a far nulla.
Ma la realtà è questa, invece si è assegnato un appalto, con una sola ditta concorrente, cosa strana diremmo, e da allora tutto è rimasto come era all’inizio, salvo la demolizione del vecchio che forse sarebbe potuto servire, viste le lungaggini nell’esecuzione dei lavori; tre volte hanno posato la prima pietra ma a quel punto tutto è finito e il disastro nella sanità spezzina diventa sempre peggiore.
Una città ferita nel suo cuore, perché incapace di prevenire le malattie e salvaguardare la vita dei cittadini, una città impotente a fare qualsiasi cosa per un nuovo ospedale, funzionale, progettato ,e chi ha visto il progetto come accadde a noi, lo trovò funzionale e bellissimo, ma è rimasta solo una promessa segnata da un immobilismo e solo qualche protesta di tanto in tanto, ma chi non protesta sono coloro che dovrebbero protestare a gran voce ovvero le istituzioni locali e regionali.
Solo la stampa di tanto in tanto ne parla ma il tutto senza che i cittadini scendano in piazza a far capire che sono stanchi di essere sempre considerati di serie b. Secondo noi sarebbero proprio le istituzioni civiche che dovrebbero coinvolgere i cittadini in una protesta di massa per dare la sveglia alla Regione che si è dimenticata di noi e dei nostri ammalati.
Ma qui tutto resta una deriva ed uno scaricabarile con nulla di fatto per il futuro".
Per il coordinamento dei quartieri del Levante Rita Casagrande
Per la V.A.S. Onlus Franco Arbasetti