I workshop, attivi da ottobre a maggio, si sono sempre conclusi con un convegno e l'esposizione delle opere all'interno del museo. Il primo anno il tema é stato il confronto con i grandi artisti, il secondo la rielaborazione di scorci della città, confrontando Spezia antica con la città attuale. Quest'anno i ragazzi si stanno confrontando con il ritratto e l'autoritratto.
A questo, nel 2013 si è aggiunta una delle messe in opera di Cuor di Confetto, un laboratorio di orientamento al lavoro situato presso il Centro Terapeutico diurno di Gaggiola di ASL 5 Spezzino, che si colloca a metà strada fra il laboratorio educativo-riabilitativo ed quello protetto.
Il laboratorio produce su commissione bomboniere e oggettistica per tutte le occasioni: comunioni, battesimi, matrimoni, festività. E da ora anche merchandising per il CAMeC! Infatti dal progetto sono nate 4 calamite – le classiche che si attaccano al frigorifero – personalizzate CAMeC – a forma di cuore, pesce, barchetta e stella – in vendita presso il bookshop del museo, il cui ricavato contribuirà in parte al finanziamento del progetto stesso.
Ogni manufatto viene realizzato attraverso varie fasi: a quella progettuale seguono la foggiatura, la decorazione e la cottura. In questo percorso creativo le persone apprendono diverse tecniche, raggiungendo gradualmente una sempre maggiore autonomia grazie al sostegno e supporto degli operatori. La metodicità del lavoro, oltre a favorire l'apprendimento, contribuisce a creare un contesto rassicurante e prevedibile all'interno del quale ognuno può esprimere liberamente la propria creatività.
Essere impegnati in un'attività produttiva finalizzata alla realizzazione di prodotti commissionati da ditte o privati, dà dignità al lavoro svolto ed ha un notevole impatto sull'aumento della motivazione e dell'autostima.
METODOLOGIA
L'inserimento in laboratorio inizia con uno specifico lavoro di osservazione, sia di tipo informale che strutturata, che porta alla realizzazione di un bilancio individuale relativo a competenze sociali e abilità lavorative, indispensabili per poter formulare progetti credibili e mirati. L'osservazione strutturata consiste in un'attenta valutazione funzionale mirata ad individuare punti di forza e di debolezza nelle diverse aree delle abilità: il compito individualizzato sarà costruito in massima parte sulle abilità acquisite e su alcune abilità emergenti, in modo da permettere alla persona di sperimentare il successo nella realizzazione del compito. La definizione di programmi terrà conto dei "profili di abilità", ma anche degli "aspetti personologici", motivazionali, di piacere o di interesse.
Tutte le attività indicate vengono svolte sotto la supervisione diretta di un educatore professionale, che si occupa di preparare i materiali e organizzare lo spazio di lavoro seguendo le metodologie del lavoro strutturato e indipendente, in modo da consentire ai partecipanti di svolgere i compiti, o almeno parte di essi, nel modo più autonomo possibile. Le metodologie utilizzate nella presentazione del compito si rifanno dunque a un'organizzazione del lavoro che propone steps successivi e definiti, in modo da rispondere alla necessità di struttura e prevedibilità. Il ruolo dell'educatore, oltre a essere colui che fisicamente prepara i compiti e programma le attività, è quello di offrire un modello per l'esecuzione del compito, di rinforzare frequentemente i comportamenti adeguati, di filtrare gli input dell'ambiente di lavoro per renderli leggibili, di fornire un sostegno che si ridurrà parallelamente all'acquisizione di abilità. La comparsa di comportamenti problema, è molto spesso legata alla difficoltà di comprensione o di esecuzione di un compito: quando il compito è complesso o inadeguato tendono a crescere, mentre calano marcatamente e con una certa regolarità quando il compito è comprensibile ed alla portata delle capacità della persona. Una attenta analisi funzionale, la strutturazione dei compiti ed il sostegno attraverso prompt e fading finalizzato a far sperimentare il successo nell'esecuzione dell'attività, un contesto comprensibile e prevedibile permettono dunque di ridurre quei comportamenti interpersonali negativi che troppo spesso limitano l'inclusione sociale e l'acquisizione di abilità.
TEMPI
Inizialmente due mattine e due pomeriggi alla settimana. Dopo una prima fase sperimentale, sulla base dell'analisi dei risultati ottenuti, il numero dei partecipanti ed i tempi del laboratorio potrebbero aumentare.
DESTINATARI
Inizialmente cinque utenti del CTD e sette ragazzi del progetto "Una casa, una palestra di vita".
INFORMAZIONI e CONTATTI
Progetto a cura di
CAMeC Centro Arte Moderna e Contemporanea
e
Daniela Binelli
(coordinatrice Progetto "Una casa, una palestra di vita")
Patrizia Drovandi
(coordinatrice CTD Gaggiola ASL 5 Spezzino)
Orari: da martedì a domenica, 11.00 – 18.00
Informazioni: Cristiana Maucci tel. + 39 0187 734593 / fax + 39 0187 256773 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. http://camec.spezianet.it