In Liguria crescono i passeggeri ma diminuiscono i servizi. Eppure le tariffe sono le più care d'Italia. Del bilancio regionale, la regione impiega solo lo 0,39% per materiale rotabile e servizi.
Esce oggi il Rapporto Pendolaria di Legambiente, che dal 2008 analizza ogni anno la situazione del trasporto ferroviario in Italia, con il duplice obiettivo di illustrare i risultati di politiche e investimenti e sollecitare la costruzione di un Paese più sostenibile. In Liguria, nonostante il taglio dei servizi e l'aumento delle tariffe aumenta l'utenza, a conferma della grande domanda di trasporto pubblico locale dei cittadini.
In Liguria: Il Rapporto registra dal 2011 al 2017 un incremento dei passeggeri del 16,4% passando da 105.000 a 122.500, mentre per quanto riguarda gli investimenti sul materiale rotabile ed i servizi offerti è la nona regione in Italia e impiega solo lo 0,39% del bilancio regionale. E ha il triste primato, essendo la prima in classifica, nel periodo esaminato 2010-2018, per gli aumenti delle tariffe. In dieci anni chi utilizza il treno le ha viste aumentare del 48,9% con la beffa di veder diminuire il servizio, nello stesso periodo, del 5,2%.
“L’età media del materiale rotabile è di 18,6 anni con il 65% dei treni che ha più di 15 anni – commenta Santo Grammatico, Presidente di Legambiente Liguria – ma il paradosso è che i nuovi treni, modello Jazz, inseriti sulle linee liguri sono meno capienti e quindi decisamente più scomodi e non hanno spazio per le biciclette. Questo è in contro tendenza sia rispetto alla crescita del numero dei pendolari che giustamente chiedono maggior servizio che con lo sviluppo della rete ciclabile regionale, ad essere danneggiati quindi cittadini e turisti.”
“In generale le Regioni hanno la responsabilità per un passaggio assolutamente fondamentale, come è quello di definire il Contratto di Servizio con i gestori dei treni - prosegue Grammatico - Una responsabilità che avrebbe dovuto portare a individuare risorse nel proprio bilancio da aggiungere a quelle statali per potenziare il servizio (ossia più treni in circolazione) e per il materiale rotabile (dunque i treni nuovi e/o riqualificati). Ma quanto arriva dallo Stato viene girato a Trenitalia o agli altri concessionari, ogni tanto si verifica il servizio e si infligge qualche penale, nulla di più”.
“Questi aspetti – conclude Santo Grammatico, Presidente di Legambiente Liguria - fanno riflettere in giornate di allerta meteo come quella odierna sugli accordi intercorsi tra Regione e Trenitalia, che ha uno dei contratti di servizio più favorevoli, con scadenza al 2032. Sul piano neve infatti è incredibile possa essere tagliato il 30% il servizio offerto ai pendolari. Tra l’altro questa scelta pesa a maggior ragione su coloro che sono diretti o sono in partenza dalla città di Genova, che attira il maggior flusso pendolare della regione. Qui un autobus su tre che non circolerà. Sarebbe necessario qualificare il trasporto pubblico locale su ferro e gomma con maggiori investimenti ma la direzione continua ad essere quella di favorire il trasporto privato con tutto ciò che ne consegue in termini di inquinamento e di costi ambientali e sanitari.”
Tra le opere prioritarie su ferro per la Liguria nel Rapporto Pendolaria, Legambiente sottolinea l’importanza delle nuove linee tramviarie a Genova, il prolungamento della metropolitana, la conclusione dei lavori per il raddoppio della ferrovia Genova Ventimiglia e la necessaria accelerazione di quelli in ritardo sul “nodo” di Genova Brignole.