"Siamo tutti partigiani quando scegliamo di ribellarci alle piccole ingiustizie quotidiane" commenta il Sindaco Emanuele Moggia" che apre l'incontro e presenta gli ospiti.
Agostino Grasso rivolgendosi ai ragazzi ha affermato: "attenzione alla Libertà, abbiatene cura e proteggetela, diffidate da qualsiasi regime totalitarista, siate sempre coscienti delle vostre e rispettatevi l'uno l'altro". G
ustinoli a Monterosso è conosciuto da tutti. Classe 1925 ripercorre i momenti della resistenza e nonostante tutto intorno ci fosse morte e distruzione si ritiene un ragazzo fortunato, perchè ha potuto realizzare gli ideali di libertà e democrazia in cui credeva, per garantire un futuro migliore alle nuove generazioni.
Piero Corte racconta che ai tempi della resistenza lui era poco più di un bambino, aveva 12 anni ed il suo ruolo era quello della staffetta. All'epoca viveva con la famiglia in Valsesia e suo papà, durante la Resistenza al Nazifascismo, aiutava le persone a fuggire nella vicina Svizzera. Percorreva ogni giorno 40 Km per portare vestiti, documenti e quello che occorreva. "Ho assistito ad esecuzioni di gruppo con i fucili, cadaveri, persone torturate, violenze di ogni tipo, ho visto morire persone a cui volevo bene. Ma ricordo il 25 aprile come la giornata più bella della mia vita, nonostante il dolore e la distruzione della guerra fosse ancora vivo per tutti".
I due partigiani insistono più volte sui temi della libertà, della democrazia e del ripudio della guerra: tutti quelli che riconoscevano come bene supremo la libertà, ripudiando la dittatura, lottavano insieme, superando le differenze, per consegnare ai propri figli un Paese nuovo e sicuro.
Arrigo Motto, presidente dell'ANPI di Monterosso sollecita i ragazzi ad essere curiosi "fate domande ai vostri nonni, fatevi raccontare quello che è successo , le storie personali e familiari, che costituiscono la Nostra Storia e la nostra memoria".
Francesca Pollicardo che, già in occasione della Giornata della Memoria, aveva condiviso la storia d'amore dei suoi nonni materni, nata nel campo di concentramento di Helmestedt, ha ribadito la necessità di mantenere viva la curiosità di conoscere, di sapere cosa è accaduto in quegli anni terribili. Nonostante la morte fosse tutta intorno, i ricordi che le ha tramandato il nonno Tullio Severino sono di amore e speranza, come se l'odio e la violenza di quegli anni non fossero riusciti a spegnere la dignità umana.
Una giornata partecipata, in cui i ragazzi hanno ascoltato con attenzione le parole e i racconti che sono stati con loro condivisi.
La giornata è inserita all'interno del Progetto di Educazione Civica, sostenuto dall'Amministrazione Comunale.
Domani gli studenti della terza media di Monterosso saranno a Roma in visita al Palazzo del Quirinale.