La Cooperativa, infatti, si impegnerà ad assicurare il regolare funzionamento dei negozi per non creare disagi a Soci e clienti nel fine settimana che precede il Natale e per garantire la libertà di lavorare al personale che non intende aderire allo sciopero.
Le Cooperative di consumo vogliono rinnovare il CCNL della distribuzione cooperativa per salvaguardare la propria capacità competitiva e difendere l’occupazione ma un sindacato diviso, nella forma e nella sostanza, incapace di produrre una proposta unitaria, non consente di farlo.
La trattativa per il rinnovo, infatti, si è arenata sulla indisponibilità di una organizzazione sindacale a introdurre anche in Coop la normativa di contrasto all’assenteismo opportunistico già introdotta e rinnovata ovunque.
Nell’ambito della trattativa in atto, le cooperative hanno:
- dichiarato, fin dall’inizio della trattativa, la disponibilità a garantire a conclusione del contratto l’incremento retributivo di 85 euro mensili;
- proposto di mantenere le norme sociali più distintive, ma anche più onerose, del CCNL cooperativo in tema di trattamento economico di malattia e infortunio e la conservazione del posto di lavoro fino a completa guarigione clinica;
- proposto un rafforzamento del welfare sanitario, a totale carico delle Cooperative, introducendo un piano di prevenzione delle malattie oncologiche e cardiovascolari per tutti i lavoratori, investendo parte delle risorse necessarie derivanti dalla normativa di contrasto all’assenteismo, già concessa da molti anni a tutti i concorrenti e costantemente negata a Coop.
Nonostante la decisione irresponsabile del sindacato di dichiarare sciopero, le Cooperative confermano ancora una volta la volontà di rinnovare il CCNL salvaguardandone la distintività sociale, ma sono decise a recuperare almeno in parte il differenziale di costo tra il contratto Coop e quello dei principali competitori (Confcommercio e Federdistribuzione), che è pari a 45 milioni di euro l’anno e oggi non è più sostenibile. Di questi 45 milioni, quelli imputabili a scelte di maggior tutela dei lavoratori non sono mai stati in discussione, così come non sono mai stati messi in discussione i livelli di reddito del personale oggi in forza.