"L'articolo di ieri su la Nazione,a firma di Laura Provitina, relativo ad alcune novità per gli utenti della Sanità spezzina, ha suscitato nella categoria alcune perplessità per un paio di passaggi piuttosto oscuri. Così come viene sommariamente descritta, infatti,la attività degli ambulatori dei codici bianchi non pare includere la figura dell'infermiere che, nelle città italiane che hanno attivato questa modalità, è certamente presente: si effettuano infatti medicazioni e si somministrano farmaci, attività per le quali la responsabilità è infermieristica. Inoltre, si annuncia l'imminente arrivo della figura dell'infermiere dell'accoglienza, che in realtà già agisce da diversi mesi presso il S.Andrea con buon riscontro da parte dell'utenza. Nei pronto soccorsi normalmente intasati questa figura (di recente introduzione, con modalità diverse da Regione a Regione, e perfino da ASL ad ASL) attua un collegamento fra ''dentro'' e ''fuori'', riuscendo a dare prima di tutto informazioni professionali a familiari in attesa di sviluppi (spesso i tempi degli accertamenti diagnostici sono necessariamente lunghi)senza che questa funzione vada a gravare su tutti gli operatori; inoltre questa infermiera, sostando spesso in sala d'attesa partecipa, con altre figure , a rilevare le condizioni ed i parametri vitali di chi ha già ricevuto un ''codice colore'' di gravità. Questa esperienza ha visto nella nostra realtà una buona risposta da parte dell'utenza, come testimoniano alcune note di gradimento inviate di recente. Presentarla come un semplice lavoro di ''accudimento'', quasi di compagnia, ci pare sinceramente riduttivo: come dimostrato da tempo e nei fatti, le attività degli infermieri ovunque, ma in particolare in certi settori, sono davvero in grado di migliorare la qualità effettiva e percepita dei trattamenti erogati".