In merito agli articoli di stampa che evidenziano un presunto taglio dei fondi per la Non autosufficienza, si precisa che al contrario le risorse sono aumentate.
Si sottolinea, in primo luogo, che esistono due tipologie di fondo:
Il ‘Fondo politiche sociali’, fondo indistinto le cui risorse vengono trasferite ai comuni che le gestiscono autonomamente (ad esempio per i minori in istituto, i sussidi economici, le rette per gli anziani in istituto). Regione non dice ai Comuni come erogarli, quindi non c'è alcuna garanzia di uniformità di utilizzo sul territorio.
‘Fondo non autosufficienza’: viene erogato dal governo con finalità precise, le risorse sono vincolate alla realizzazione di progetti finalizzati al mantenimento a casa delle persone. Con queste risorse vengono messe in campo diverse misure tra cui, ad esempio, gli interventi per la gravissima disabilità, per la non autosufficienza, per la vita indipendente o per le dimissioni protette.
Gli articoli di stampa fanno riferimento, indistintamente, a quanto accaduto nel 2015 (precedente amministrazione) e nel 2016 (amministrazione attuale), quando in via eccezionale il fondo per le politiche sociali è stato integrato di 2,5 milioni dal fondo per la non autosufficienza. Quindi, dati complessivamente 19 milioni su fondo politiche sociali.
L’eccezionalità dell’intervento, sia nel 2015 che nel 2016, era dovuto alla necessità di anticipare risorse ai Comuni per compensare i ritardi ministeriali nell’erogazione del Fondo delle Politiche sociali destinato, appunto, ai Comuni. In questo modo però non veniva garantita una uniformità di utilizzo da parte dei Comuni sul territorio.
Per il 2017, tutta la programmazione socio-sanitaria è stata presa in carico da Alisa, così da ricondurre ad appropriatezza tutti i progetti e le risorse: si tutela l’uniformità di erogazione dei contributi sul territorio regionale a garanzia di equità per gli assistiti.
Non è stato più necessario dirottare impropriamente risorse del fondo per la non autosufficienza nel fondo politiche sociali, perché è stata predisposta una programmazione sulla non autosufficienza, con interventi in filiera.
Vengono così garantiti maggiori servizi e prestazioni con maggiori risorse: quest’anno il fondo nazionale è aumentato da 13mln e 260 mila euro del 2016 agli attuali 14.892.680 euro, a cui si aggiunge il cofinanziamento regionale per un totale a disposizione delle persone di oltre 16 milioni di euro, tutti per la non autosufficienza. In sostanza i 2,5 mln non entrano più nelle casse dei Comuni ma vengono comunque utilizzati per l’erogazione dei servizi: quindi, per gli utenti, nulla cambia.
In assoluta coerenza con le finalità del decreto ministeriale, con cui le risorse vengono erogate allo scopo di favorire il mantenimento a domicilio delle persone anziane e disabili al fine di contrastarne l’istituzionalizzazione e il rischio di esclusione sociale, sono previsti aiuti economici maggiori per le persone non autosufficienti. I Comuni hanno a disposizione presso la finanziaria regionale Filse (è così dal 2006) le risorse che possono attivare secondo la normativa regionale.
Quest’anno il Fondo per le Non autosufficienze coprirà interamente i costi del progetto delle dimissioni protette “Meglio a casa”, per un totale di euro 2.500.000 euro, fino all’anno scorso a carico per gran parte del Fondo Politiche Sociali.
In conclusione, le risorse a disposizione per la Non autosufficienza quest’anno sono certamente aumentate, consentendo di ampliare i servizi ed i progetti in atto: ad esempio si registra un aumento di circa il 20% al mese per i progetti di vita indipendente, e si sta perfezionando un provvedimento che stabilisce l’aumento da 500 euro a 1.200 al mese per le persone con gravissima disabilità.