, “È fondamentale in questi casi trasmettere il messaggio corretto ai cittadini: non c’è alcun pericolo per la salute umana, non esiste alcun rischio di infezione né per contatto né attraverso il consumo del latte e della carne. È importante, al contempo, adottare una serie di misure precauzionali per impedire la diffusione dell’infezione tra gli animali”. Così la vicepresidente della Regione Liguria e assessore alla Sanità Sonia Viale, in merito al focolaio di ‘febbre catarrale’ degli ovini accertato in provincia della Spezia.
A seguito della segnalazione e su input del ministero della Salute (Dispositivo dirigenziale Dgsaf 0006478 che dispone misure di lotta e controllo della febbre catarrale degli ovini a livello nazionale), Regione Liguria ha emesso un’ordinanza individuando - in conformità al decreto legislativo 225/2003 e successive modifiche - la ‘zona infetta’ nel territorio di 26 Comuni dello spezzino (Ameglia, Arcola, Beverino, Bolano, Borghetto Vara, Brugnato, Calice al Cornoviglio, Carrodano, Castelnuovo Magra, Follo, La Spezia, Lerici, Levanto, Monterosso, Ortonovo, Pignone, Porto Venere, Riccò del Golfo, Riomaggiore, Rocchetta Vara, Santo Stefano di Magra, Sarzana, Sesta Godano, Vernazza, Vezzano Ligure e Zignago) in cui sono presenti 163 allevamenti.
In base all’ordinanza, vengono inoltre disposte una serie di misure sanitarie all’interno dell’area: censimento e identificazione di tutte le aziende che detengono ovini; visite periodiche alle aziende con esame clinico degli animali; indagini cliniche su un campione di 70 allevamenti; sorveglianza entomologica ogni sette giorni e sierologica con cadenza quindicinale. Le misure saranno applicate per un minimo di 60 giorni dal rilevamento dell’ultimo caso confermato. Vengono stabilite anche specifiche restrizioni alla movimentazione degli ovini all’esterno della zona infetta.