La CSL scrive questa lunga lettera al Ministro della Giustizia Andrea Orlando, alla Direzione degli istituti penitenziari, al Provveditore dell'amministrazione penitenziaria e a tutti i vertici che si occupano della gestione del settore, per spiegare la propria decisione, coincidente con quella delle altre sigle sindacali, e avanzare le proprie richieste.
"La scrivente Organizzazione Sindacale, con la presente, comunica che, nel condividere l’iniziativa delle segreterie e dei coordinamenti Nazionali di tutte le altre OO.SS., le quali hanno indetto, e confermato dopo l’incontro col Ministro della Giustizia, la manifestazione di protesta che si terrà martedì 19 settembre a Roma in piazza Montecitorio a partire dalle ore 9:00, concomitante con i festeggiamenti del bicentenario del Corpo, non parteciperà ai festeggiamenti che si svolgeranno nelle Sedi Liguri. Pertanto preannuncia che a partire dal 21 settembre 2017, coincidente con la celebrazione della Festa del Corpo alla Spezia, sarà attuato lo stato di agitazione e la non partecipazione alla medesima come forma di protesta per vedere riconosciute le seguenti rivendicazioni:
Per chiedere più sicurezza ed ottenere adeguati strumenti per garantire l’incolumità dei poliziotti penitenziari, stante l’aumento di aggressioni, colluttazioni e ferimenti tra le sbarre;
Per chiedere un adeguato piano di nuove assunzioni di Agenti di Polizia Penitenziaria (sono 8.000 le unità necessarie al Corpo);
Per chiedere un adeguamento delle risorse per il rinnovo del contratto di lavoro, scaduto da quasi 10 anni;
Per chiedere il ripristino di corrette relazioni sindacali presso gli Istituti e servizi penitenziari della Regione;
Per chiedere una rimodulazione del provvedimento di “riordino delle carriere”.
Per chiedere il pagamento delle prestazioni di lavoro straordinario richiesto al personale di Polizia Penitenziaria e non retribuito;
Per chiedere la somministrazione di pasti dignitosi in tutte le mense di servizio degli istituti della Liguria;
Per chiedere la fornitura di vestiario che permetta al Personale di Polizia penitenziaria di presentarsi in servizio in maniera decorosa e uniforme;
Inoltre:
Allo stato non vi è da festeggiare, ma riflettere sul futuro del Corpo, e sul malessere generale che vive giornalmente il Personale, e che spesso si traduce in gesti disperati ed estremi, come avvenuto per il Poliziotto penitenziario in servizio presso il Nucleo Cittadino di Palermo, suicidatosi con l’arma di ordinanza in data 13 settembre 2017, e meno di due giorni dopo analoga sorte è occorsa ad altro collega a Firenze.
Ogni giorno nelle carceri italiane contiamo gravissimi eventi critici che vedono spesso soccombere i poliziotti penitenziari, sempre più soli e senza adeguati strumenti di difesa. Non solo aggressioni e colluttazioni: dall’inizio dell’anno sono stati quasi 40 i detenuti suicidi in cella e numerosi sono anche gli atti di autolesionismo ed i tentati suicidi compiuti da essi, sventati grazie al tempestivo intervento degli eroi con la divisa della Polizia Penitenziaria, senza i quali queste drammatiche statistiche raggiungerebbero cifre non degne di uno Stato civile.
Questo è il momento di indignarsi con forza per quanto sta accadendo giornalmente negli Istituti penitenziari, per mostrare alla politica assente, sorda ai nostri costanti richiami ed appelli, e ad una Amministrazione Penitenziaria silente ed incapace di gestire e risolvere le continue criticità, le pessime condizioni lavorative ed organizzative degli Istituti, dotati di organici sottodimensionati alle reali necessità, gravati da carichi di lavoro che il personale di Polizia Penitenziaria è costretto, da tempo, a sopportare in ragione delle nuove ed attuali necessità.
La nuova apertura di padiglioni negli Istituti penitenziari Liguri, sommata alla mancanza di oltre 300 poliziotti penitenziari, doveva essere d’impulso per un’inversione di tendenza politica, indirizzata ad una maggiore collaborazione con i sindacati ed alla ricerca di strumenti adeguati al fine di ripristinare la piena sicurezza nel nostro sistema penitenziario.
Purtroppo ciò non è accaduto, e considerato il persistere delle attuali condizioni di sofferenza organica si rischia in concreto di vedere vanificati gli sforzi fin qui compiuti dall’Amministrazione Penitenziaria e dagli organi di Governo per deflazionare il sovraffollamento nelle carceri, ed ottemperare agli obblighi stabiliti dalla Corte Europea dei Diritti Umani in relazione alla sentenza Torreggiani.
Non è, infatti, ipotizzabile dare attuazione ad un programma di ammodernamento del sistema penitenziario e dell’esecuzione penale secondo quei canoni formulati dalla succitata sentenza senza un investimento in termini di potenziamento numerico delle piante organiche presenti in Regione e nella Nazione.
La possibilità data ai detenuti di muoversi con maggiore autonomia tra gli spazi detentivi, e di consentirne la permanenza fuori dalla cella per un minimo di 8 (otto) ore giornaliere, pone degli oggettivi problemi di sicurezza non più solo penitenziaria ma anche pubblica, rispetto al quale si chiede un intervento ad adiuvandum da parte delle altre Autorità e organi di Pubblica sicurezza. Soprattutto nelle realtà detentive di piccole dimensioni il Personale opera già ai livelli minimi di sicurezza durante le ore antimeridiane, e si riduce ai minimi termini nei turni pomeridiani e notturni, con un'inferiorità numerica rispetto alla popolazione detentiva che espone il Personale di sezione al concreto pericolo di restare vittima di quegli stessi eventi critici che deve impedire e fronteggiare. Viste le condizioni attuali, è legittimo preoccuparsi per la sicurezza interna ed esterna al carcere è doveroso investire di tale difficile situazione anche le Autorità competenti a garantire l’ordine e la sicurezza sul territorio.
Si rivendicano nuove assunzioni di Agenti, adeguate a fronteggiare le oltre 8.000 unità necessarie al Corpo, nuove dotazioni di risorse finanziare e tecnologiche, una rimodulazione del riordino delle carriere (che non ci soddisfa affatto), adeguati stanziamenti per il rinnovo del contratto scaduto ormai da dieci anni ed il ristabilirsi di corrette relazioni sindacali. Basta! Gridiamo la nostra rabbia e la nostra sfiducia perché non ce la facciamo più ad essere aggrediti dai detenuti ed abbandonati dalle istituzioni.
Con questo degradante e mortificante quadro che affligge il sistema penitenziario piemontese, il Personale di Polizia Penitenziaria è costretto a fare turni di servizio non inferiori alle otto ore giornaliere, con un notevole consumo di lavoro straordinario, di incerta remunerazione a causa dell’ulteriore e preannunciato taglio sui fondi anche di questo capitolo di spesa.
Le OO.SS. che oggi manifestano in tutta Italia, non solo sono perplesse ed amareggiate dalle risposte ricevute, e da come si sta pensando di affrontare la preoccupante situazione da tempo denunciata, ma sono seriamente preoccupate perché, a breve, ci si troverà nell’impossibilità di gestire adeguatamente le carceri, con grave nocumento per la sicurezza della collettività.
Per questi motivi la CISL-FNS e le altre OO.SS. del Comparto Sicurezza non parteciperanno ai festeggiamenti per il Bicentenario della Fondazione del Corpo che si terranno negli Istituti della Regione Liguria, anzi, da oggi, si è costituita una larga intesa per mettere in campo azioni di lotta sindacale, le quali culmineranno con l’avvio delle prime manifestazioni di protesta regionali sopra preannunciate, unica via per
riappropriarci della dignità perduta.
Questa rappresenterà l’occasione per chiedere all’Opinione Pubblica, a tutti i Cittadini, di aiutarci e di sostenere questa nostra protesta, in quanto una Società è degna di essere denominata “civile” se anche le sue carceri garantiscono dignità di vita e nel lavoro a chi è recluso, ed alla Polizia Penitenziaria che in tali luoghi svolge la sua difficile ed importante attività".
Distinti saluti
La Segreteria Regionale CISL - FNS