La Tarros riparte dai primi due quarti del match contro il Pavia, quelli che sono stati, come li ha definiti lo stesso Presidente Danilo Caluri, "i migliori fin qui giocati dai bianconeri in questa stagione".
Riparte da lì per cancellare gli ultimi 10' di quella partita e per cercare di conquistare, oltre agli applausi del pubblico ed ai complimenti degli avversari, che non sono mai mancati, anche i punti. L'obiettivo è quello di tornare a muovere la classifica, che vede gli spezzini sempre a quota 2. Certo le sfide che il calendario ha in programma per i bianconeri per i prossimi due turni non sono tra le più "abbordabili", ma lo spirito e l'atteggiamento con i quali la squadra si prepara ad affrontarle non cambiano:"Ce la giochiamo, sempre, anche con le "grandi" – ribadisce coach Bellavista – penso che lo abbiamo dimostrato pure domenica: per almeno metà gara abbiamo tenuta testa al Pavia, giocando punto a punto. Ci proveremo anche contro il Saronno e Mortara, tentando di scompaginare le carte e rovinare i piani agli avversari. Massimo rispetto ed umiltà, ma anche massima determinazione e nessun timore reverenziale. Sappiamo che non ci aspettano due partite facili, ma non ci stiamo a darci già per vinti".
Solita grinta, rinnovata determinazione e sempre maggiore fiducia nei propri mezzi: così il tecnico e tutta la formazione spezzina si preparano a lanciare la sfida a due formazioni di vertice. In attesa di fare vista all'attuale capolista, Mortara, per la Tarros si avvicina il match contro una delle seconde della classe. Sabato al PalaSprint arriva il Robur Saronno di coach Biffi, con una dote di otto punti, frutto di quattro vittorie e due sole sconfitte, una contro Mortara, l'altra contro il Savigliano, proprio la squadra alla quale i bianconeri hanno strappato i due punti.
A dimostrazione che ogni partita ha una storia a sé e che nessun risultato può essere dato per scontato.
Appuntamento, per provare a ribaltare tutte le previsioni, sabato 24 novembre al PalaSprint. Palla a due alle 18.30, arbitrano Davide Cirinei di San Vincenzo (LI) e Giacomo Fabbri di Cecina (LI)