La nuova legge sugli ecoreati, approvata nel maggio scorso, è già diventata uno strumento fondamentale per combattere le ecomafie e risanare il territorio. Ora nel Codice penale italiano, obiettivo che Legambiente persegue dal 1994, è entrata finalmente la parola ambiente: i principali reati ambientali, fino a ieri considerati contravvenzionali - e quindi di serie B - d'ora in poi saranno considerati veri e propri delitti. Una riforma che è il frutto di un percorso tortuoso, lungo e faticoso e che non è una riforma perfetta ma costituisce un ottimo punto di partenza, un cambiamento culturale e di civiltà, necessario e troppo atteso, che finalmente consacra anche nel nostro Paese l'ambiente come un bene comune da preservare.
"Con l'approvazione della legge sugli ecoreati nel maggio del 2015" sottolinea Stefano Ciafani, direttore nazionale di Legambiente, "la storia italiana delle vertenze ambientali impunite è finalmente chiusa. E se ne è aperta una nuova dove la metafora del furto della mela al supermercato che per la normativa era più grave del reato di inquinamento – utilizzata migliaia di volte per ricordare il paradosso dell'inesistente tutela penale dell'ambiente – ormai non vale più".
Del resto la criminalità ambientale continua a primeggiare in Liguria. Anche quest'anno infatti , secondo il censimento del rapporto Ecomafie 2015 di Legambiente, risulta infatti la regione più colpita del Nord dall'assalto delle ecomafie con 1.526 infrazioni accertate dalle forze dell'ordine, 1.704 denunce, 8 arresti e 217 sequestri effettuati. Numeri che piazzano la regione all'ottavo posto in Italia.
"La nuova legge sugli ecoreati" dichiara Santo Grammatico, Presidente di Legambiente Liguria "sarà certamente uno strumento utile ed efficace per tutelare l'ambiente, i cittadini e la loro salute ma anche per far emergere quell'imprenditoria sana, rispettosa della legge e della legalità. Per la nostra regione la relazione della commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti presentata la settimana scorsa ha dimostrato quanto siano torbidi gli interessi esistenti e presenti sul nostro territorio e la necessità, anche per le forze dell'ordine, di essere dotati di strumenti amministrativi che favoriscano le indagini e l'affermazione di una ecogiustizia".