"Un momento seminariale di riflessione a fine mandato, non solo per presentare gli interventi sociali collegati al carcere, alle persone messe alla prova e a quelle recluse e realizzati, con ottimi risultati, in questi anni, ma anche per confrontarsi, apportare eventuali correttivi e lanciare nuove idee e progettualità per i prossimi anni", ha spiegato Rambaudi.
Utilizzando lo strumento dei patti di sussidiarietà, previsto dalla normativa nazionale, è stata creata una rete con tutti i soggetti del terzo settore che operavano già dentro e fuori le carceri per realizzare progetti ed interventi per migliorare la qualità della vita delle persone recluse e agevolare il loro reinserimento sociale. Grazie alla rete, gli operatori hanno impostato il lavoro su un sistema complessivo progettuale e non su singoli progetti, riuscendo così a mettere in campo interventi concreti e mirati con un costo medio ad intervento molto basso rispetto al rapporto tra risorse complessive utilizzate e persone coinvolte. In tre anni 5.612 beneficiari totali: 4.004 beneficiari diretti (persone detenute, in esecuzione penale esterna e in misura alternativa, 3.613 maschi e 391 femmine, 3.915 adulti e 89 minori, 2.043 italiani e 1.961 stranieri, 2.038 beneficiari con attività dentro le carceri e 1.966 beneficiari con attività fuori le carceri) e 1.608 beneficiari indiretti (familiari di persone sottoposte a misure penali o ex detenuti). Alla rete nel 2014 hanno aderito 20 enti del terzo settore (31 nel 2012 e 28 nel 2013). Sono state coinvolte tutte le carceri liguri. Principali tipologie di attività svolte: informazioni e consulenza, colloqui individuali e ascolto, sostegno rete famigliare, mediazione penale, laboratori, attività sportiva e artistica, supporto scolastico e formativo, residenzialità, inclusione lavorativa. Suddivisione territoriale degli interventi: 67% Genova e Tigullio, 16% Imperia, 9% La Spezia, 8% Savona. Il progetto "Tutte le abilità al centro", finanziato dal fondo sociale europeo 2007/2013 – spiega Rambaudi - costituisce un intervento regionale di respiro particolarmente ampio ed è finalizzato a dar vita a progetti integrati, da attivare sui territori provinciali, volti ad offrire ai soggetti svantaggiati esperienze innovative e personalizzate di accompagnamento permanente al lavoro e di reale integrazione nei processi produttivi, con l'obiettivo di consolidarne la presenza sul mercato del lavoro e di creare, per gli stessi, nuova occupazione, intervenendo su più fronti in una logica di sistema. Sono stati finanziati 10 progetti che coinvolgono soggetti in esecuzione penale o ex detenuti, per un totale di circa 900 destinatari. Gli interventi sono di carattere integrato e quindi sono state attivate più tipologie di azioni concatenate tra loro e finalizzate all'inserimento socio lavorativo dei destinatari: orientamento, bilancio di competenze, counseling, formazione, laboratori protetti, work experience, inserimento lavorativo (con sostegno e tutoraggio), creazione di nuove imprese/rami di azienda. A livello nazionale oggi la Liguria è vista come un modello di riferimento, grazie agli interventi di inclusione sociale e cittadinanza attiva messi in campo. Sono stati coinvolti circa 90 ragazzi".