Uno scenario che per le città liguri non è promettente, nonostante il nono posto della Spezia, che migliora la qualità dell'aria ma rimane al palo sulla produzione dei rifiuti e la raccolta differenziata e peggiora nelle politiche del trasporto pubblico locale. Gli altri capoluoghi rimangono più indietro: Savona ventesima premiata per l'aumento dei passeggeri che utilizzano il trasporto pubblico locale e la diminuzione di produzione di rifiuti procapite ma nettamente in difficoltà per quanto riguarda i parametri relativi alla qualità dell'aria. Inoltre tra le città liguri è quella dove maggiore è la percentuale di spostamenti privati (auto e moto) sul totale. Genova quarantanovesima continua ad avere problemi sulla qualità dell'aria, a perdere passeggeri e a diminuire l'offerta di trasporto pubblico nonostante sia minore la percentuale di trasporti privati sul totale, rispetto alle altre tre città liguri. Resta indietro sulle politiche della ciclabilità e ancora al di sotto dei limiti di legge per la raccolta differenziata. Imperia chiude la classifica delle liguri al settantaseiesimo posto, non rendendo disponibili i dati sulla qualità dell'aria e dove si verificano miglioramenti sia sul trasporto pubblico locale che sulla riduzione della produzione di rifiuti pro capite ma dove più alti risultano i tassi di auto e motocicli circolanti.
"Presentiamo la classifica di Ecosistema urbano – commenta Santo Grammatico, Presidente di Legambiente Liguria – con la città di Genova ancora in difficoltà a causa dell'alluvione. Ci auguriamo però che i dati riportati possano rappresentare uno stimolo alla discussione per far comprendere la necessità di cambiare le priorità nella gestione della città e del territorio. Genova sembra entrata nel tunnel delle emergenze, dal dissesto idrogeologico e la sicurezza per i cittadini ai rifiuti, al trasporto pubblico locale. Anche per vincere la sfida che i cambiamenti climatici pongono, bisogna pensare un modo nuovo di usare le risorse e l'energia, di organizzare la mobilità dando priorità al trasporto pubblico recuperando nuovi spazi, sottraendoli alla mobilità privata, rendendoli più sicuri, più salutari e meno alienanti, immaginando la città come luogo dove si realizzano le condizioni per favorire le relazioni sociali, il senso del vicinato, del quartiere, della comunità. Indirizzare politiche ed azioni in questo senso, sia nelle grandi città che nei piccoli borghi, significa garantire sviluppo, emancipazione economica e nuovo lavoro".
"Questi dati sulla qualità dell'aria non devono però farci abbassare la guardia contro le emissioni inquinanti generate da attività produttive come ad esempio la centrale Enel e come quelle generate dal traffico automobilistico - commentano Paolo Varrella e Stefano Sarti del circolo di Legambiente La Spezia - anche perché molto probabilmente si sono determinate per effetto della crisi sia produttiva - con conseguenti minori emissioni - che per quello che riguarda le persone e le famiglie con un utilizzo minore del vettore "auto". Bisogna poi considerare che la rete spezzina di rilevamento degli inquinanti è incompleta, non copre tutti i parametri previsti dalla legge e va pertanto adeguata. Restano negativi i dati relativi alla produzione di rifiuti -stranamente in aumento nonostante la crisi- e la bassa raccolta differenziata e quelli del trasporto pubblico locale, che diminuiscono sia per quello che riguarda l'utilizzo medio annuo delle persone che l'offerta annua di km per persona".