E' sbarcato anche a Levanto, cittadina capofila del distretto sociosanitario 17 dell'Asl spezzina, lo screening mammografico che, grazie all'installazione di un apparecchio dedicato presso la Radiologia dell'ospedale San Nicolò, sta mettendo sotto osservazione circa 2.400 donne di età compresa tra i 49 e i 60 anni residenti nella riviera e in parte della Val di Vara.
La "delocalizzazione" del progetto di prevenzione dei tumori al seno è stata presentata questa mattina dai dirigenti e dai medici dell'Asl in una sala del presidio levantese attigua ai locali in cui alcune delle donne coinvolte dall'iniziativa stavano già effettuando l'esame mammografico. "Il progetto esisteva già sul territorio provinciale – ha spiegato il direttore sanitario dell'Asl, Andrea Conti – ma ci siamo accorti che le abitanti della riviera e dell'entroterra erano penalizzate dal dover raggiungere La Spezia per effettuare lo screening. Così abbiamo deciso di spostare l'attrezzatura a Levanto e avvicinarci alla popolazione interessata". Ma è proprio il sistema complessivo di "presa in carico" delle pazienti che fa del progetto un'eccellenza nel settore della Sanità. "Lo screening obbedisce ad un preciso protocollo che nella nostra provincia, unica in Liguria, prevede l'abbassamento dai 49 ai 45 anni dell'età per la quale le donne vengono chiamate a sottoporsi all'esame – dice il dottor Ilan Rosenberg, responsabile della Radiologia a Sarzana e organizzatore del progetto – Abbiamo quindi individuato un percorso unico all'interno del quale le pazienti vengono inserite, monitorate e seguite nel corso degli anni. Tutte le donne vengono invitate attraverso una lettera circa due settimane prima della visita, che dai 45 ai 49 anni è annuale e dai 49 ai 60 biennale. A Levanto le mammografie sono iniziate lo scorso maggio e si effettuano tutti i mercoledì e giovedì e due sabati al mese. Ma è anche possibile, in casi particolari, spostare la data dell'appuntamento con una semplice telefonata. Un'altra lettera arriva con i risultati: in caso di esito negativo la paziente verrà richiamata l'anno successivo (o dopo due anni) per continuare lo screening ripetendo la mammografia. Se la paziente invece necessita di approfondimenti verrà presa in carico dall'Unità senologica della Spezia, equipe costituita da medici specialisti che forma un sistema integrato di gestione delle pazienti che accompagnerà la donna nel suo percorso di ulteriori approfondimenti ed eventuali cure". Lo screening e l'eventuale percorso successivo verso le cure sono totalmente gratuiti; la mammografia è un esame assolutamente indolore, non invasivo e della durata di pochi minuti. Ora è anche un servizio quasi domiciliare per chi non abita vicino alla Spezia: tutti ottimi motivi per sottoporsi ad una "buona pratica" che consente di individuare precocemente (e quindi intervenire con maggiori possibilità di successo) una malattia che colpisce una percentuale ancora elevata delle donne nel mondo, ma che, grazie alla diagnosi precoce, consente a circa l'85% delle pazienti malate di sopravvivere oltre i cinque anni dall'insorgenza del tumore. La "delocalizzazione" dello screening al San Nicolò ha naturalmente soddisfatto anche il sindaco di Levanto, Maurizio Moggia, che ha evidenziato come il progetto si inserisca a pieno titolo in quel modello "integrato" di Sanità spezzina che i sindaci dei centri dotati di ospedali e l'Asl avevano elaborato qualche anno fa per far sì che i servizi agli utenti fossero erogati sui territorio valorizzando le competenze dei tre presidi sanitari, con la struttura di Levanto in grado di fornire anche prestazioni a carattere diagnostico di livello qualitativamente elevato".