"Presidente, Consiglieri, autorità presenti, signora Anna Maria, Giovanni, Roberto,
giunga a voi, familiari, l'abbraccio che questa città vuole porgervi con il conferimento della cittadinanza onoraria al capitano Natale De Grazia.
Il primo pensiero va doverosamente innanzitutto a voi. Vi ringrazio di essere qui. La Spezia, la città verso cui si stava dirigendo il capitano De Grazia spinto qui, nel suo ultimo viaggio, nell'esercizio del suo servizio e alla ricerca della verità, è onorata della vostra presenza e vuole esprimervi la solidarietà, la vicinanza umana e civile che da sempre, in fasi diverse del suo divenire, contraddistinguono questa comunità, dove forti sono i valori e gli ideali di giustizia e il senso delle istituzioni e dello Stato.
Spezia è stata definita città gentile (è stata definita così da chi sfuggiva dall'orrore dei lager e trovò accoglienza alla Spezia e che ancora oggi è definita così ed è annoverata per questo nell'Elenco dei Giusti, come ricorderemo tra qualche giorno, il 27 gennaio, nella Giornata della Memoria). Un tratto che vogliamo mantenere, non come puro esercizio di memoria, ma come connotato del presente, come forza che ci spinga a costruire il futuro. Ecco, spero davvero che possiate anche voi sentirvi accolti con questa gentilezza e conservare della Spezia un buon ricordo. Il ricordo di una città che vi è vicina e che , con questo gesto simbolico, vuole sostenere il vostro diritto ad avere parole chiare, verità su un fatto così doloroso che, per sempre, ha cambiato il corso della vita della vostra famiglia.
La vostra presenza conferisce a questo momento un valore, un significato più intensi e veri. Perché avendo, voi stessi, voluto essere qui, cancellate ogni rischio di retorica e pura ritualità che talora le cerimonie rischiano di avere.
Oggi La Spezia, dando seguito al pronunciamento del suo Consiglio Comunale del 4 marzo 2013, vuole onorare la figura e l'opera di un servitore dello Stato e delle istituzioni, "contraddistinta – prendendo a prestito le parole della motivazione della Medaglia d'Oro al Merito di Marina alla memoria del Capitano De Grazia conferita nel 2004 dall'allora Presidente Carlo Azeglio Ciampi – da altissimo senso del dovere che lo ha portato, a prezzo di un costante sacrificio personale e nonostante pressioni ed atteggiamenti ostili, a svolgere complesse investigazioni che, nel tempo, hanno avuto rilevanza a dimensione nazionale nel settore dei traffici clandestini ed illeciti di navi mercantili. ... Una figura che, per le sua qualità professionali, intellettuali e morali, ha contribuito con la sua opera ad accrescere e rafforzare il prestigio della Marina Militare italiana".
E allora questo riconoscimento viene da questa città, non solo perché verso La Spezia il Capitano De Grazia si stava dirigendo, da Reggio Calabria, quel 13 dicembre 1995, quando trovò la morte a Nocera Inferiore, vittima, con forte probabilità di un avvelenamento, ma anche perché questa città ha storicamente un legame forte con la Marina Militare (permettetemi di ringraziare l'ammiraglio Vincenzo Melone , Direttore Marittimo della Liguria che è qui in rappresentanza dell'Ammiraglio Capo Felicio Angrisano ) e perché in quel mare, quel mare che De Grazia amava così profondamente, questa città trova un tratto fondamentale della sua identità e, soprattutto, del suo, futuro.
Natale De Grazia era un uomo "generoso ed appassionato", come ci dice un suo grande amico, Vittorio Alessandro che è qui e che saluto rinnovandogli l'amicizia e l'affetto di questa città, nel suo ultimo libro, dove ci restituisce con un ritratto breve, lieve ed intenso al tempo stesso, la bellezza umana e la tensione etica di questo, da oggi, nostro concittadino.
La sua generosità, la sua passione, il suo amore sconfinato per il mare, sono stati, penso, assieme a un fortissimo senso dello Stato, il motore più potente della sua scelta di vita.
Chi fosse Natale De Grazia, il capitano Natale De Grazia, lo sappiamo tutti. Ma penso che ripercorrere , brevemente, la sua biografia ci aiuti a capirlo di più, a comprenderne di più le scelte e il valore di quelle scelte.
Natale De Grazia nasce a Catona di Reggio Calabria nel 1956. Divenuto Capitano di lungo corso, supera poi il concorso per ufficiali nella marina militare, corpo capitanerie di porto fino ad arrivare a capitano di corvetta. Nel 1983 è in missione in Libano. Dopo il servizio nella Capitaneria di Porto di Vibo Valentia Marina e poi a Reggio Calabria, nel 1991 arriva a trasferimento a Carloforte (Cagliari) (a questo periodo risale l'amicizia con il nostro Vittorio Alessandro come ci racconta lui stesso). Poi un nuovo trasferimento a Reggio Calabria.
Nel 1994 inizia la collaborazione attiva col pool investigativo della procura di Reggio Calabria relativamente al traffico di rifiuti tossici e radioattivi su richiesta del procuratore capo Scuderi, il quale ritenne preziosa ed essenziale la collaborazione di De Grazia con il sostituto procuratore Francesco Neri, titolare delle indagini. Il comandante De Grazia muore il 12 dicembre 1995, improvvisamente, a Nocera Inferiore, mentre si trasferiva da Reggio Calabria alla Spezia nell'ambito di queste indagini di Polizia Giudiziaria. Inchieste alle quali diede un contributo fondamentale e sulle quali, nonostante pressioni e difficoltà enormi, non cedette mai di un passo. Lo fermò solo quella morte sulla quale rimane un'ombra tragica di sospetto omicidio. La sua è stata, fino alla morte, un'azione di investigazione senza tregua sulle cosiddette navi dei veleni usate per inabissare sostanza tossiche e sulla criminalità ambientale. E la nostra città, allora, con altri porti, fu crocevia di traffici e di attività legate al crimine ambientale. Anche su questo indagava il Capitano De Grazia.
Un tema, quello della criminalità ambientale, oggi tornato alla ribalta delle cronache di questo Paese con la vicenda della Terra dei Fuochi.
Dalla Spezia, in questa giornata, vogliamo allora esprimere vicinanza a quella terra, ai cittadini e alle istituzioni impegnate in questa battaglia. Il nostro pensiero va a tutti coloro che senza tregua, anche a sacrificio della vita contrastano i signori dei veleni, le ecomafie che distruggono salute e bellezza, che rubano il presente e il futuro di un Paese, di un Mezzogiorno ma non solo, che sulla sua bellezza può ricostruire la speranza di un futuro. Come non rivolgere dunque, oggi, un pensiero commosso a Michele Liguori? Un semplice maresciallo della polizia municipale, che, a capo del nucleo di polizia ambientale del suo comune (di cui per anni è stato unico componente), ha trascorso un'intera vita a dare la caccia a quei signori dei veleni che hanno intossicato la sua città, Acerra, e che, intossicato da quei veleni, nella sua sfida contro le ecomafie, è morto solo qualche giorno fa.
La lotta senza quartiere alla criminalità organizzata che specula e ruba vita e futuro è una battaglia che non deve avere tregua. E in questa lotta sta anche fare chiarezza su quelli che ancora oggi rimangono misteri. Fare luce, stabilire la verità è fondamentale non solo perché si deve, ma perché dissolvendo i misteri, i troppi misteri ancora irrisolti, si da forza allo Stato, alle istituzioni, le si rende più forti, credibili, autorevoli, le si dota di un'arma potentissima, la trasparenza, la verità, nella durissima lotta contro la criminalità che– come ci racconta anche la storia che ricordiamo oggi - da tempo ormai ha scelto l'ambiente, il mare e la terra, come terreno della sua strategia predatoria, della sua speculazione.
Il caso Natale De Grazia non è chiuso come ci dicono le conclusioni della relazione approvata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti che ha svolto i suoi lavori nella scorsa legislatura. Sulla morte di De Grazia pesano sospetti gravi, come le risultanze della stessa commissione con la nuova perizia indicano. Che non rimanga un altro mistero irrisolto. Che si arrivi alla verità. E' questo l'appello che si alza oggi dalla Spezia: la verità si deve innanzitutto alla moglie e ai figli. Ne hanno diritto. Ma che si faccia chiarezza sulla sua morte e su quelle vicende lo si deve anche a questa città.
La storia che ci racconta anche l'attività investigativa del Capitano De Grazia (porto crocevia di traffici, crocevia della rotta della jolly rosso e di quelle navi dei veleni Spezia-Napoli – Stretto di Messina-Malta e ritorno sulle coste joniche) fa parte del nostro passato. Dunque fa parte di noi ed anche per questo è una storia su cui vogliamo sia fatta chiarezza. E La Spezia sa bene anche quali sono le conseguenze di chi specula ai danni dell'ambiente. Ha conosciuto ferite profonde, che ancora oggi sta risanando, non senza difficoltà, e che, per certi versi, non sono ancora rimarginate. Soprattutto nei cittadini, in quelli che più le hanno vissute sulla loro pelle. Questa città ha reagito e ha messo la parola fine a quella stagione di dissipazione del suo territorio. Sta scrivendo un'altra storia. Anche perché nella bellezza e nella qualità del suo territorio, del suo ambiente, del suo mare risiede una risorsa determinante per il suo futuro.
Ecco, permettetemi di cogliere l'occasione di oggi per dire parole nette: questa non è più la città dei veleni. Questa è una città che ha fatto i conti con quella storia e ha svoltato. E lo ha potuto fare perché ci sono sentinelle attente e appassionate, una società civile fatta di associazionismo e di volontariato forte e impegnato, una comunità coesa e con una tensione civica straordinaria e istituzioni democratiche ferme e forti. Per questo, nel conferimento della cittadinanza onoraria al capitano De Grazia, questa città, La Spezia, vuole ribadire la sua richiesta di verità. Il suo appello affinché la vicenda delle navi dei veleni non cada nell'oblio e proseguano le indagini sul traffico di rifiuti tossici.
Questo gesto che noi compiamo, sia chiaro, vuole essere un invito preciso. Non un appello generico alla verità, ma un invito al Parlamento e al Governo, a dotare di strumenti, risorse, buone normative, sostegno costante, coloro che devono portare a termine la ricerca della verità su quegli anni e su questi anni, anni nei quali la cronaca stessa evidenzia come quelle disumane attività criminali siano ancora largamente praticate. Questo è il significato del conferimento della cittadinanza onoraria al Capitano De Grazia.
Cara Anna Maria, cari Giovanni e Roberto,
siamo con voi. "La città che quella notte non lo vide arrivare, ma che in quel fulgido esempio riporrà sempre la speranza di verità e giustizia," (citazione dalla motivazione scritta da V. Alessandro) conferisce la cittadinanza onoraria al capitano Natale De Grazia. Non è soltanto un doveroso tributo, ma un impegno e un monito per tutti noi a vivere, nel nostro quotidiano lavoro di donne e uomini delle istituzioni, quella generosità, quella dedizione, quel senso del dovere e di giustizia , e anche quella appassionata cura della bellezza che Natale De Grazia continua a insegnarci."