La Regione Liguria non sembra fare eccezione ora che propone un unico coordinamento delle chiamate con le richieste di aiuto per le emergenze a Genova, sopprimendo così la centrale operativa della Spezia (oltre quelle di Lavagna e Imperia).
Questo aumenterà il rischio di ritardi nella gestione delle emergenze oltre a disperdere tutto il lavoro di formazione su medici e infermieri in funzione dell'emergenza che alla Spezia ha ottenuto peraltro ottimi risultati, tanto che il 118 spezzino ha il minor tasso di mortalità nel soccorso dei casi di cardiologia.
Ci si chiede con quale logica si debba chiudere ciò che funziona, in una situazione della sanità locale oramai al limite della sostenibilità, con il numero di posti letto al di sotto della media regionale e nazionale.
La provincia spezzina, così come tutta la Liguria, ha una conformazione del territorio assolutamente difficoltosa, con entroterra poco raggiungibili (pensiamo solo alle Cinque Terre e alla Val di Vara) per non parlare del fortissimo aumento della popolazione nella stagione estiva e della popolazione anziana.
La salute non può continuare ad essere paragonata ad una merce, il recupero delle risorse il Governo le deve andare a recuperare con una lotta all'evasione fiscale seria e non a spot episodici e con una lotta alla corruzione, settore a cui la Sanità non è certo esclusa.