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Albero creatura meravigliosa: il paesaggio restituisce poesia In evidenza

 Sabato 15 ottobre il Parco Letterario Eugenio Montale e delle Cinque Terre propone il percorso naturalistico letterario d'autunno dedicato alla scoperta dell'Area Protetta delle Cinque Terre e della loro bellezza evocativa.

 

Sabato 15 ottobre 2022, il trekking alla scoperta dei grandi patriarchi del Parco che vegliano sui Santuari di N. S. di Reggio a Vernazza e di N. S. di Soviore a Monterosso, scandito dalle liriche montaliane ispirate al paesaggio delle Cinque Terre 

 


Natura e poesia si incontrano nella dimensione del cammino nell'appuntamento organizzato dal Parco Letterario® Montale in collaborazione con il Reparto Carabinieri Parco Nazionale "Cinque Terre" 

 

Sabato 15 ottobre il Parco Letterario Eugenio Montale e delle Cinque Terre propone il percorso naturalistico letterario d'autunno dedicato alla scoperta dell'Area Protetta delle Cinque Terre e della loro bellezza evocativa. L'appuntamento ruota attorno ai 'grandi patriarchi del Parco', testimoni silenziosi di vicende umane e naturali che da secoli affondano le loro radici nei sagrati dei Santuari della Madonna di Reggio a Vernazza e della Madonna di Soviore a Monterosso.  

Sono i cipressi e i filari di lecci monumentali, antichi custodi di luoghi di preghiera immersi nella macchia mediterranea, sopravvissuti alle malattie, alle vicende umane e alle trasformazioni delle aree boschive in aree agricole. 

 


Esemplari unici, per età, portamento, valore paesaggistico e non ultimo legami con la storia e la cultura del luogo, divenuti oggetto di tutela e parte del patrimonio artistico locale. 

A svelare tutti i segreti degli alberi monumentali del Parco, l'importanza della loro conservazione e la varietà di significati simbolici attribuiti dal poeta premio Nobel Eugenio Montale e da grandi autori ed artisti, Cristina Currarini e Carlo Torricelli, in collaborazione con il Reparto Carabinieri del Parco Nazionale 'Cinque Terre'.  

 


Come sempre la dimensione del 'camminare raccontando', stimolerà i partecipanti ad un'immersione interattiva nell'ambiente circostante attraverso la speciale lente della poesia.  

I percorsi naturalistico letterari rientrano nelle attività delle riserve culturali nate dalla collaborazione tra Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri (C.U.F.A.) e Parchi Letterari®. 

 


Il PERCORSO

 

LUOGO DI RITROVO | P.zza Garibaldi a Monterosso al mare (Fermata bus) per il Santuario di NS di Soviore 8.30 > Acquista il biglietto prima di salire**  


ITINERARIO | Partenza dal Santuario NS di Soviore di fronte alla Chiesa. Per raggiungere il Santuario si può utilizzare il bus con partenza da P.zza Garibaldi a Monterosso (partenza ore 8.30, arrivo ore 8.47 al Santuario). A seguire si imbocca il sentiero n. 582 fino al Santuario di N. S. di Reggio e dunque il sentiero n. 508 fino a Vernazza. Da Vernazza rientro libero in treno. Durata circa 4.00 ore  


DIFFICOLTÀ | E, escursionistico. Indossare scarpe chiuse, con suola scolpita 'tipo Vibram' antiscivolo. In caso di avverse condizioni meteo l'evento sarà annullato  


PARTECIPAZIONE gratuita** su prenotazione (max 15 posti), scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. | tel. 346 8299811 

** costo del bus a carico dei partecipati (il biglietto è acquistabile presso i centri accoglienza del Parco, tabacchini, oppure scaricando l'APP DROPTICKET, cercando "La Spezia Sp" e acquista il biglietto 0-22 km. 

 

Descrizione dell'itinerario a cura del Tenente Colonnello Silvia Olivari, Comandante Carabinieri Parco Nazionale "Cinque Terre" 

 

Il percorso si sviluppa ad anello su strada, mulattiera e sentiero, nel territorio dei comuni di Monterosso al Mare e di Vernazza all'interno del Parco Nazionale delle Cinque Terre, tra le località Soviore (m 464 s.l.m.) e Madonna di Reggio (m 375 s.l.m.); ha un dislivello di circa 500 metri ed un tempo di percorrenza di 3 ore circa. 

Attraversa ambienti diversificati, sia forestali che agricoli, dove spiccano i Santuari Mariani di Soviore e di Reggio, ombreggiati da maestosi alberi monumentali. 

I versanti costieri sono un mosaico di coltivi, terre abbandonate o completamente riconquistate dalla vegetazione naturale, dove è possibile ricostruire l'avanzamento e l'evoluzione della vegetazione spontanea, con il progredire dei tempi d'abbandono delle pratiche agricole: gariga, macchia mediterranea e bosco di leccio occupano e proteggono dall'erosione i vecchi terrazzamenti ed il suolo non più coltivato; non mancano ruscelli e sorgenti, preziosi per la vita dell'uomo e delle specie spontanee. Presso il Santuario della Madonna di Reggio sgorga una sorgente perenne, la cui presenza unita alle canalizzazioni idriche diffuse nella zona può avere determinato il toponimo Reggio, derivato da regghia/reglia, che in antico toscano significa fosso (Casavecchia 2003) e riconducibile a roggia, piccolo canale artificiale per l'irrigazione. 

La varietà di ambienti favorisce la biodiversità faunistica, con specie legate sia alle zone aperte, illuminate ed aride, come le lucertole, i ramarri, gli uccellini di siepi ed arbusti (sterpazzola, occhiocotto, magnanina), sia a quelle fresche ed ombreggiate dagli alberi, come lo scoiattolo, i picchi rosso e verde, la ghiandaia.  

Lungo il percorso sono presenti testimonianze storiche e naturalistiche molto antiche, come i millenari Santuari di Nostra Signora di Soviore e di Nostra Signora di Reggio, i Lecci secolari e un Cipresso con oltre 800 anni di vita.  

 

IL CIPRESSO E I LECCI DEL SANTUARIO DELLA MADONNA DI REGGIO 

Il Santuario della Madonna di Reggio si affaccia a circa 400 m di quota sulla valle di Vernazza. Meta di infiniti pellegrinaggi e della Via Crucis che risale dal cimitero del paese, è raggiungibile sia in auto, percorrendo la strada provinciale n. 63, che a piedi tramite i sentieri nn. 582, 581, 508. 

Chi vi arriva è sorpreso dall'imponenza di alcuni Lecci che bordano il piazzale e dalla maestosità del Cipresso che affianca il campanile. Insieme ai filari di Tigli e di Platani, isolano l'ambiente dal contesto agricolo circostante, obbligando alla sosta e predisponendo l'animo alla contemplazione.     

 

IL CIPRESSO DEL SANTUARIO DELLA MADONNA DI REGGIO  

Alto 23 metri, cresce a fianco del campanile, quasi a volergli contendere il cielo. La circonferenza misura 4 metri e gli 800 anni di vita stimati lo rendono l'albero più longevo della Liguria. 

Posizione e portamento ne fanno un elemento distintivo del luogo e nel panorama; la sua fitta chioma sempreverde assicura riparo e cibo a molte specie di uccelli. Risulta essere messo a dimora dopo la costruzione del Santuario fatta risalire al 1248 ed è citato nell'Inventario Nazionale degli alberi monumentali del 1990 e nel volume Alberi di Liguria edito dalla Regione Liguria nel 2003. 

 

L'INSIEME OMOGENEO DEI LECCI DELLA MADONNA DI REGGIO       

L'affaccio del piazzale del Santuario della Madonna di Reggio è delimitato da alcuni grandi esemplari di Leccio, le cui ampie chiome proteggono la Chiesa ed i fedeli dal sole diretto e dalla calura estiva. 

Sono alti circa 20 m ed hanno una circonferenza di 3.50 m. Il filare di Lecci del Santuario di Reggio è compreso nell'Elenco degli Alberi Monumentali della Liguria dal 2002. 

 

L'INSIEME OMOGENEO DEI LECCI DEL SANTUARIO DI SOVIORE 

Il Santuario della Madonna di Soviore, il più antico Santuario Mariano della Liguria, protegge dall'alto i fedeli di Monterosso, che lo hanno voluto meta della Via Crucis risalente dal paese. Protetto dall'ombra di maestosi Lecci e distaccato dai rumori delle vicende umane, lo sguardo si posa su tutta la valle, il golfo e l'abitato, fermandone il tempo.     

Il filare di Lecci antistante il Santuario della Madonna di Soviore, dal 2002 censito nell'Elenco degli Alberi Monumentali della Liguria, è costituito da esemplari centenari, alti una ventina di metri, con una circonferenza di circa 3 metri. Le ampie chiome, fruscianti di uccellini, riparano l'edificio religioso dai raggi diretti del sole e inducono al raccoglimento. 

Si raggiungono in auto, deviando dalla strada provinciale n.38, o meglio a piedi risalendo il sentiero n.509.  
 

Il Cipresso comune (Cupressus sempervirens L.) è una conifera appartenente alla famiglia delle Cupressacee, originaria del Mediterraneo orientale, dove forma boschi spontanei. Diffusa in epoca antichissima da Fenici ed Etruschi anche nella zona occidentale del bacino, è diventata specie caratteristica del paesaggio, soprattutto italiano. 

E' un albero sempreverde, resistente alla siccità, longevo, che può raggiungere e superare i 25 m di altezza; la corteccia è marrone, fibrosa, lungamente fessurata; le foglie di colore verde scuro sono embricate ed appressate; i fiori femminili e maschili, molto piccoli e di colore giallo, sono riuniti all'apice dei rametti della stessa pianta (specie monoica); il frutto o cono femminile, detto galbula, è globoso e suddiviso in squame irregolarmente poliedriche, contenenti sino a 20 semi alati. 

La figura snella colonnare, grazie alla chioma appressata a forma di fiamma, è molto apprezzata ai fini ornamentali ed utilizzata come frangimento o termine di confine, per l'ancoraggio assicurato da profondi fittoni. 

Il legno è molto duro, compatto e duraturo, robusto e fragrante, resistente all'acqua e inattaccabile dagli insetti, quasi indistruttibile e perciò utilizzato per costruire mobili, infissi, teche ed in antichità navi.  

Nonostante l'elevata resistenza, il Cipresso può essere attaccato dal fungo Seiridium cardinale, un cancro corticale capace di danneggiarlo irreparabilmente. 

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