L’olivicoltura come risorsa primaria nell’adattamento al cambiamento climatico attraverso la gestione, la difesa e la valorizzazione del territorio, la riduzione del consumo di risorse naturali non rinnovabili, lo sviluppo di un turismo sostenibile basato sulla promozione delle produzioni locali. Sono gli obiettivi che si è posta l’amministrazione comunale di Levanto con l’adesione al progetto “Terrazza olivetata del Levante ligure”, una partnership tra le istituzioni locali (di cui il Comune di Sestri Levante è capofila) focalizzata non solo sulla lotta contro l’abbandono degli oliveti, ma più in generale sulla valorizzazione dell’intero territorio, sul contrasto al dissesto idrogeologico e al degrado del paesaggio, sulla creazione di sbocchi occupazionali e di un rilancio turistico dell’entroterra.
Il progetto è scaturito da una proposta avanzata lo scorso dicembre, nel corso di un convegno, dal “Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agroambientali” dell’Università di Pisa, perfezionata in successive riunioni e fatta propria dagli enti locali dei paesi del Levante caratterizzati dalla presenza di una “fascia olivetata”, chiamati ad un’azione sinergica indispensabile per far sì che tutta il Levante diventi un laboratorio del territorio centrato sull’olivicoltura.
Una decina le azioni da attuare elencate dall’Università di Pisa, che con il professor Riccardo Gucci (responsabile scientifico dell’iniziativa) elaborerà uno studio di fattibilità su incarico dei Comuni adenti al protocollo di intesa. Dalla ristrutturazione delle chiome delle piante alla realizzazione di infrastrutture (muretti a secco, scivoli), dalla valorizzazione delle produzioni Dop e biologiche all’innalzamento della qualità del processo produttivo, dalla formazione e aggiornamento tecnico degli olivicoltori alla creazione di posti di lavoro, fino a prevedere nuovi strumenti normativi e fiscali a supporto del comparto.