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Prenotazioni, steward e protocolli: i gestori dei locali di Via Sapri si autogestiscono e autofinanziano per lavorare in sicurezza

Un programma di interventi che è stato presentato al prefetto Maria Luisa Inversini, al questore Silvia Burdese e all'assessore alla Sicurezza Filippo Ivani

Una serie di provvedimenti immediati e calibrati per garantire la massima sicurezza sanitaria possibile nei confronti dei clienti e della popolazione e al contempo poter lavorare almeno entro i limiti imposti dal Dpcm attualmente in vigore. E' così che quattro pubblici esercizi di Via Sapri, nel cuore del centro storico cittadino, hanno scelto di agire a partire dal prossimo weekend, fornendo una risposta immediata alle criticità che iniziavano a emergere nel rapporto con i residenti.

Alcuni di questi, infatti, avevano manifestato nel corso dei fine settimana scorsi preoccupazione per la presenza di gruppi di giovani nella via in cui oggi, per poche ore al giorno, sono operativi ben cinque locali.
Il presidente provinciale di Confesercenti, Alessandro Ravecca, appena venuto a conoscenza della questione nel corso di un incontro con la Prefettura spezzina ha chiesto agli uffici di riunire i gestori delle attività per cercare una soluzione. I titolari, in gran parte affiliati all'associazione di categoria di Via del Prione, hanno elaborato un programma di interventi che è stato presentato al prefetto Maria Luisa Inversini, al questore Silvia Burdese e all'assessore alla Sicurezza Filippo Ivani, riscontrando peraltro l'apprezzamento delle istituzioni.

Il piano di intervento, autogestito e autofinanziato, elaborato dai gestori di Karma, Nomad, Tropic e Bama insieme a Confesercenti prevede:

  •  adozione e applicazione di protocolli anti contagio nelle singole attività
  •  realizzazione di una campagna di incentivazione alla prenotazione dei tavoli da parte della clientela
  •  introduzione dell'obbligo di pagamento delle consumazioni direttamente ai tavoli allo scopo di evitare via vai e assembramenti all'interno dei locali
  •  reclutamento di 2 steward presso una agenzia specializzata che presteranno servizio nella via nei pomeriggi del venerdì e del sabato, anche oltre la chiusura dei locali (si valuterà se sarà necessario il loro impiego anche in altre giornate). Saranno posizionati uno all'ingresso da Via del Prione e uno dal lato di Corso Cavour per ricordare e raccomandare a tutti gli avventori il rispetto delle norme anti contagio con l'invito rivolto alla clientela dei locali a non sostare nelle immediate vicinanze dell'entrata né lungo la via
  •  esposizione di cartelli, all'ingresso e al centro della strada, con raccomandazioni sulle norme di comportamento

Confesercenti e gli operatori assicurano piena collaborazione con l'amministrazione comunale e le forze dell'ordine, pronti a ricevere sostegno, contributi e suggerimenti in merito alla gestione dell'intera operazione.
"Da troppe parti siamo descritti o considerati come gli untori di questa epidemia, figure da penalizzare. E già prima dell'arrivo della pandemia venivamo additati per quella che viene chiamata 'movida', fornendo un'immagine decisamente sbagliata del nostro lavoro", lamenta Barbara Gianfranchi, titolare di uno dei locali coinvolti nel progetto e associata di Confesercenti che si è particolarmente spesa in questa iniziativa. "La cittadinanza spesso si è sentita chiamata in causa - prosegue - nel contenimento del contagio, segnalando continuamente la presenza di persone nella via. Il risultato è che in alcuni sabati pomeriggio in Via Sapri c'erano tutte le forze dell'ordine, in borghese e non, come se fosse in corso chissà che cosa. Crediamo sia necessario moderare a monte anche l'accezione del termine 'movida', soprattutto in questo momento: siamo le vittime, non le cause di questa situazione. Un anno fa le decisioni del governo erano da considerare prese per far fronte a una emergenza, dopo un anno le cose dovrebbero essere diverse. E' ormai chiaro a tutti quanto siano importanti la socialità e lo svago (non la malamovida), da vivere con il rispetto delle regole e dei protocolli che gli esercenti si sono dati e che rispettano in maniera puntuale. La vita, nonostante tutto, deve andare avanti con il massimo delle certezze e della stabilità, consentendo anche a noi di lavorare con dignità, senza essere obbligati ad attendere solamente i ristori

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