Il sentiero del “Bozo del Lino” torna al suo splendore e si arricchisce di nuovi elementi.
La storica via comunale che collega via Militare a via Canarbino è stata oggetto di un intervento di sfalcio, che ha liberato il percorso, e di installazione di cartelli informativi, in italiano e in inglese.
Autori di questa azione sono stati due cittadini, Paolo Sandalli e Daniela Andrian, mossi da un forte amore per il territorio.
"L’Amministrazione comunale e tutta la comunità lericina desiderano ringraziare Paolo e Daniela per questo gesto di grande amore per il territorio, grazie al quale è stato recuperato un sentiero prezioso, sia dal punto di vista paesaggistico che storico – commenta l’assessore all’Ambiente, Claudia Gianstefani -. Oggi il sentiero è nuovamente a disposizione per escursioni tra castagni, lecci, querce, intervallati da meravigliosi scorci sul Golfo, e tanta storia locale. Un importante esempio di cittadinanza attiva, mossa da un amore profondo per il proprio territorio".
Il tracciato si separa da via Militare all'altezza della località Martino e incontra, a circa 400 mt, il fosso del Martino. Qui il sentiero si fa leggermente più ripido e si congiunge a via Canarbino. Il nome ha origine dalle pozze ("bozi" in dialetto), utilizzate anticamente per la macerazione delle piante di lino che nelle nostre zone venivano coltivate; la preziosa fibra veniva poi trasportata via mare verso le località manifatturiere.
“La nostra azione è stata mossa da senso civico e dall’amore che nutriamo per la natura – spiega Paolo Sandalli -. In questo periodo di emergenza, in cui si deve restare il più possibile a casa, abbiamo ritenuto ancora più importante restituire questo sentiero alla collettività, permettendo alle persone di usufruire di un luogo bellissimo, all’aria aperta e dove è possibile mantenere le distanze con facilità”.
Dopo un primo sopralluogo, è stato organizzato un intervento di rimozione dei rifiuti presenti nel tracciato e, nei giorni scorsi, grazie al supporto volontario di Riccardo Virdis dell'Associazione Nowhereland e di Gianpaolo Milia della cooperativa Ma.Ris., si è provveduto alla rimozione del materiale, restituendo così all'area il decoro che merita.
"Mi sorprendo ancora di dove possa arrivare l'inciviltà: bottiglie, cassette di plastica, una batteria, un cestello della lavatrice, videogame e altri piccoli rifiuti sono il "bottino" che abbiamo recuperato lungo il tracciato – aggiunge la Gianstefani-. Materiale presente da tempo immemore che si era ormai integrato con la vegetazione. Lo sconcerto è però compensato dalla speranza di una comunità sempre più consapevole e desiderosa di dare un fattivo contributo al proprio territorio. Durante le operazioni, infatti, diversi escursionisti hanno dato la loro disponibilità per partecipare a interventi analoghi sul territorio. Questo mi dà estrema soddisfazione e mi rende orgogliosa della comunità lericina".