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Vatteroni (Cna La Spezia): "Darsene e stabilimenti balneari non possono più sostenere i rischi e costi dei rifiuti spiaggiati"

"Questo materiale rappresenta un problema in termini ambientale ed economici"

Rifiuti spiaggiati (repertorio) Rifiuti spiaggiati (repertorio)

"Si moltiplicano in questi giorni le immagini dei rifiuti spiaggiati lungo il litorale di Fiumaretta e Marinella – spiega la referente sindacale di Cna La Spezia Giuliana Vatteroni -, e purtroppo tutto corrisponde alla realtà.

Questo materiale rappresenta un problema in termini ambientale ed economici e cui va aggiunta la preoccupazione per la tenuta delle attività e per l'aggravio economico che ricade soprattutto sulle spalle delle stesse realtà imprenditoriali che operano in questo territorio. Un vero calvario che inizia a settembre e finisce, quando va bene e non ci sono code di stagione, ad aprile e che vede il Magra trascinare in mare tonnellate di tronchi e altri rifiuti. Tutto questo crea situazioni di estrema pericolosità per le darsene che si affacciano sul fiume, sia sopra che sotto il ponte della Colombiera, che oltre a vedersi innalzato costantemente il livello del fondale, devono, come è successo proprio in questi ultimi venti giorni, mettere al riparo le imbarcazioni ancora in acqua per evitare dei danneggiamenti. Il livello dell'acqua che si alza e i tronchi trasportati dalla corrente diventano un fattore di rischio – prosegue Vatteroni -, senza considerare la risacca del mare che sotto il ponte si fa sentire in maniera importante.

Da qui poi i rifiuti approdano a terra sulle spiagge dove, se è vero che i comuni di Ameglia e Sarzana devono investire risorse altrettante vengono spese dagli stabilimenti che, anche quest'anno, si sono fatti carico del trasporto dei rifiuti con costi rilevanti. Nessuno, né gli operatori del litorale né quelli delle darsene, contesta il fatto di dover mantenere la concessione in essere, ma i costi e lo stato di insicurezza stanno diventando ormai insostenibili. Pensiamo alle spiagge, un conto è ammucchiare rifiuti spiaggiati due o tre volte l'anno in quantità ragionevole, altra cosa è dover far fronte a montagne di detriti che necessitano di essere portati in discariche ad hoc, sempre a ridosso della stagione. Così viene compromessa l'immagine del litorale e la possibilità per le imprese, e di conseguenza dei clienti, di fruire del bene in custodia con una programmazione costante e indispensabile per una reale promozione turistica del territorio".

"Che dire poi delle darsene? Da una parte c'è il Salone Nautico che promuove la Liguria come patria di questo settore, e ne ha ben mostrato le eccellenze, dall'altra non si fa quasi nulla per tutelare i posti barca esistenti, peraltro già pochi, salvandoli dai rifiuti e dall'insabbiamento. Sono tante le parole che abbiamo sentito in questi dieci anni – ribadisce la referente sindacale di Cna La Spezia -, abbiamo sentito parlare di progetti complessivi, di necessità di costituire consorzi, di contratti di fiume e/o di foce, ma ad oggi tutto è come nel 2008, anzi ben peggiore. Gli eventi climatici estremi sono ormai, purtroppo, la normalità e all'indomani di qualche disastro si fanno grandi proclami e poi tutto torna nell'immobilismo.

Si invoca da più parti una regia comune ma poi ci si ferma nel momento di passare alla parte operativa con regolamenti datati sui rifiuti, come quelli dei Comuni di Sarzana e di Ameglia, che trattano i materiali spiaggiati a come quando questi erano il risultato di eventi davvero straordinari. Permane, inoltre, il rimpallo di competenze tra uffici dei vari enti ed istituzioni preposte e l'impossibilità di compensazioni per le imprese, che pure si fanno carico di costi per danni causati da altri, perchè c'è sempre un ostacolo burocratico. Ormai però non possiamo che etichettare tutto questo quale scelta politica. Ma ci chiediamo – conclude la referente sindacale di Cna La Spezia Giuliana Vatteroni – viste anche le ulteriori difficoltà economiche causate dal covid-19, quando non ci saranno più darsene e posti barca nel fiume Magra, quando gli operatori degli stabilimenti balneari dovranno ritardare la stagione o sobbarcarsi costi aggiuntivi tali da compromettere il loro continuare ad esistere, che ne sarà dell'economia di quella zona?"

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