Nuova vita per le aiuole dei giardini pubblici di piazza Staglieno a Levanto, che nell’ambito dei lavori di valorizzazione del centro che stanno interessando tutta l’area (con la pavimentazione della sede stradale anche lungo via Dante) stanno tornando a mostrare ampi spazi di verde rigoglioso come ai tempi (era il 2005) del restyling dell’intera area.
Nei giorni scorsi è stato infatti portato a termine un intervento di piantumazione che, invece che attraverso la semina (che ha dimostrato di non attecchire sufficientemente al terreno), è stato realizzato posando sul terreno direttamente le zolle verdi già formate: un po’ come avviene con la ‘rizollatura’ dei campi da calcio.
“In questo modo - spiega il vicesindaco Luca Del Bello – il manto, in erba naturale, viene steso già pronto, si presenta con un aspetto più uniforme, è più resistente e si sostituisce più facilmente in caso di usura. Un sistema che utilizzeremo, unitamente a dei cordoli rialzati che daranno forma a delle specie di ‘vasche’ contenenti pietrisco e vegetazione, anche quando verrà completata la porzione di giardini che affaccia sulla strada principale della piazza, dove verranno ricavati due spiazzi attrezzati per la sosta delle persone”.
Interventi sulle aiuole anche nell’adiacente piazza Colombo, nell’area antistante il Casinò municipale. Ora, anche visto l’impegno economico richiesto dalla riqualificazione dell’area centrale del paese, si pensa ad un controllo più stretto sul rispetto dell’arredo urbano.
“Intensificheremmo i passaggi quotidiani degli agenti di polizia municipale – anticipa Del Bello – e faremo scattare sanzioni più salate in caso di trasgressione delle norme che riguardano il rispetto del bene pubblico. Abbiamo investito molto sul decoro e sull’abbellimento delle infrastrutture impegnando risorse messe a disposizione del Comune dalla collettività levantese: adesso occorre vigilare affinché prevalga il senso civico. Tanto più che, in questo momento, a fruire di questi spazi siamo quasi esclusivamente noi residenti: quindi non possiamo rifugiarci nella scusa che a danneggiare le infrastrutture siano sempre i ‘foresti’. Cerchiamo di avere cura dei beni che tutti noi abbiamo contribuito a realizzare per vivere in un paese sempre più gradevole e accogliente”.