Sono i passi che l’amministrazione comunale di Levanto ha deciso di intraprendere dopo la decisione di affidarsi ad un legale in seguito alle conseguenze innescate dalle modalità e dai toni in cui è stata trattata mediaticamente la vicenda della rottura del tubo dello scarico fognario antistante la cosiddetta “ spiaggetta dei cani”, nel territorio comunale di Bonassola.
La notizia è stata riferita al Consiglio comunale durante la seduta di lunedì 29 luglio, all’interno di una relazione che il sindaco, Ilario Agata, ha tenuto a presentare all’assemblea per motivare, nella sede istituzionale deputata a discutere la politica amministrativa di una cittadina attraverso i rappresentanti eletti da suoi abitanti, quello che il primo cittadino ha definito “un provvedimento che abbiamo deciso di intraprendere immediatamente proprio per lanciare un segnale forte sull’importanza di una corretta gestione della comunicazione quando questa, amplificata dai social network, rischia di travalicare i limiti della corretta informazione e della sacrosanta libertà di espressione e opinione e diventare lesiva dell’operato del Comune, e, più in generale, dell’immagine del nostro paese.
Premesso che “l’impianto di depurazione delle acque reflue situato in località Vallesanta, appena conclusa la sua realizzazione da parte della ‘Levante sviluppo’, è stato preso in carico da Acam, che, previo collaudo, ne ha attestato il corretto funzionamento”, Agata ha ricordato che il sindaco, in qualità di responsabile della salute pubblica e della sicurezza dei cittadini, è il primo ad essere informato appena si verificano situazioni di rischio generico, anche potenziale, delle quali ha l’obbligo di informare la propria comunità, attivandosi, insieme alle altre realtà preposte alla gestione di questi rischi, per intervenire prevenendone eventuali sviluppi negativi e per ripristinare le condizioni di sicurezza preesistenti”.
“Nel caso in questione, a fronte di analisi dell’acqua effettuate da Arpal nel golfo di Levanto e risultate assolutamente rispondenti ai parametri di legge - ha proseguito il sindaco - è evidente che io non potevo emettere un’ordinanza di divieto di balneazione, né segnalare un inesistente inquinamento, semplicemente perché sarei incorso nel reato di falso e di procurato allarme”.
Infine, un accenno al depuratore.
“Da quando l’impianto è stato attivato ne viene messa in dubbio la funzionalità, cosa peraltro puntualmente smentita da tutti gli enti preposti ai controlli del ciclo di depurazione.Non potendo, quindi, adire le vie legali nei confronti della gestione (risultata conforme) dell’impianto, l’amministrazione si è sentita in dovere di proteggere il paese da un evidente danno alla sua immagine e al suo tessuto produttivo, che negli ultimi anni, con grandi sforzi economici e logistici anche sollecitati dal Comune, ha innalzato la qualità dell’offerta trasformando Levanto in una cittadina sempre più competitiva sul mercato turistico internazionale.
Una condizione che un’amministrazione locale ha il compito non solo di favorire, ma anche di proteggere quando viene conquistata superando le numerose difficoltà esistenti”.