In attesa di comunicazioni ufficiali da parte dello Spezia si procede per esclusione: se non arrivano smentite vuol dire che qualcosa di vero c'è.
C'è di vero, ad esempio, che patron Volpi è rientrato poco tempo fa in Italia per seguire le imprese sportive della Pro Recco, 20 minuti di autostrada da Spezia, senza passare di persona neppure per i saluti. Di sicuro si tiene in costante contatto con l'ad Micheli, e magari con il presidente Chisoli e il suo vice Corradino. La passione è un'altra cosa: per istruzioni chiedere al presidente Vigorito del neo-promosso Benevento, matricola salita al suo primo campionato in B: chapeau.
Resta il fatto che Volpi resta l'unico vero sponsor dello Spezia: sul bilancio complessivo di 14 milioni di euro annui, sono suoi oltre 13 milioni. E marcano assenze pesanti non certo i volenterosi piccoli sponsor ma soprattutto le (poche) grandi imprese di business sul nostro territorio, dalla Contship alla Termomeccanica, dai cantieri navali "grandi firme" alla Snam-ENI, dall'Oto Melara alle primarie imprese spezzine di affissione leader a livello nazionale.
Volpi - si spera - non lascerà nulla d'intentato per centrare la fatidica promozione in A, ormai divenuta quasi una sfida personale nonché questione d'immagine. Con meno budget e più competenza (sempre il Benevento ma anche la Spal insegnano) si può fare, come canta l'inno Borghettiano.
Il primo passo resta la nomina dello staff tecnico: spetta al Ds dettare la linea, scegliendo il tecnico giusto e insieme a lui costruendo una squadra adeguata agli obiettivi: impensabile che Volpi reinvesta il quarto budget della B senza paracadute per arrivare a stento ai play-off.