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Bomber Colak si racconta: "Ora che ho segnato il primo gol non mi fermo più. Il Picco è speciale" In evidenza

di Luca Vaccaro - Così l'attaccante croato dello Spezia Calcio in una lunga intervista esclusiva rilasciata a Gazzetta della Spezia

«Ora mi sono sbloccato, ho segnato il mio primo gol e non mi voglio più fermare, voglio farne ancora». Volontà ferrea, quella del bomber croato Antonio Čolak, che adesso ha innestato la marcia giusta, trovando il primo gol con la maglia dello Spezia Calcio, e non ha più intenzione di fermarsi. Ma non chiamatelo Antonio, troppo formale. «Toni, oppure Anto, come mi chiamano i compagni, sono abbreviazioni del mio nome che mi piacciono», ha dichiarato l'attaccante in una lunga intervista esclusiva ai taccuini di Gazzetta Della Spezia, durante la quale si è raccontato a ruota libera.

Il numero 17 delle Aquile, uno degli ultimi acquisti del mercato estivo, si sta italianizzando sempre di più. O meglio, "spezzinizzando". Lo si evince dalla sua spiccata parlantina in italiano, unita alla voglia di vivere la città. La Spezia e la sua gente, luogo di mare abitato da tifosi passionali che ha immediatamente fatto breccia nel suo cuore. «Qui la gente vive bene, è felice e tranquilla - ha sottolineato Colak. - Tutti i tifosi che ho incontrato si sono mostrati gentili ma estremamente passionali: questo fuoco che è dentro le persone mi piace molto, perchè anche io ho questa personalità e mi piace dare tutto me stesso per portare al successo il club».

Colak è arrivato in estate dal Parma all'interno dell'operazione Kouda. L'attaccante è approdato in maglia bianca a stagione iniziata, percependo fin da subito un'aria positiva. «Dopo aver parlato con mister D'Angelo e con il DS Melissano ho immediatamente capito che questa sarebbe stata la tappa giusta per la mia carriera - ci ha spiegato il bomber croato. - Quando sono arrivato qui nel club ho avuto un'impressione positiva fin dal primo istante. Ho percepito subito che si trattasse di una squadra di alto livello, con un ambiente positivo, e ciò mi ha aiutato a entrare nei meccanismi nel migliore dei modi».

Un'avventura partita in sordina. «Inizialmente non ho giocato molto ma è normale. Quando arrivi in un club senza aver fatto il ritiro con mister e compagni non hai il tempo di imparare tutti i meccanismi. Tempo che serve per apprendere il loro modo di giocare e migliorare di conseguenza il mio». Ma Colak si è rimboccato le maniche e non ha mai smesso di lavorare. «Ho dato tutto me stesso per ambientarmi il più velocemente possibile e ci sono riuscito. Ora è arrivato anche il mio primo gol, anche se poteva arrivare già contro la Cremonese, ma adesso mi sono sbloccato e non mi voglio più fermare, voglio farne ancora».

Per ogni bomber che si rispetti il gol è fondamentale e lo è anche per Colak. Ma, il segnare una rete, è frutto di un lavoro molto più ampio, che parte da lontano. «Io sono un uomo che ha lavorato tanto per arrivare qui - ci ha spiegato l'attaccante delle Aquile. - Tutti i gol che ho fatto in carriera sono il frutto del mio sudore, perchè io ho lavorato per questo. Riduttivo dire io sono qui, segno e ho finito: sono un giocatore che fa parte di una squadra, giocatore che lavora. Mi impegno tanto, sia fuori che dentro al campo, per arrivare a segnare una rete».

Ad aiutarlo nel rapido inserimento anche mister D'Angelo, molto apprezzato dall'attaccante croato. «Il modo in cui D’Angelo ci fa giocare, con l'utilizzo di due punte, mi soddisfa molto. Il mister è una persona molto dritta e questo mi piace. Lui apprezza chi lavora e io sono uno che lo fa sempre in maniera positiva. Lavoro ogni giorno al 100% perché se non lo facessi non sarebbe giusto.

Io sono sempre stato un giocatore che ha lavorato per la squadra e tutti i mister che ho avuto erano consapevoli di ciò. Sono una punta ma, se il mister mi chiede di giocare a destra o sinistra, io lo faccio per lui e per i compagni - ha detto Colak mostrando grande spirito di abnegazione. - Quando in carriera ho sentito la forte fiducia dell'allenatore e della società ho sempre fatto più gol. Ora sono nel posto giusto per fare grandi cose e arrivare ad alzare ulteriormente il mio livello in Italia».

Ed è proprio la fiducia che è mancata ad Antonio Colak nella sua prima avventura in Serie B con il Parma. «La fiducia del mister (Fabio Pecchia ndr) è mancata, ma la mia è sempre rimasta alta e ho sempre lavorato per essere pronto al momento giusto. Alcuni momenti della carriera sono così ma ora non voglio guardare indietro». Ha spiegato il centravanti aquilotto a Gazzetta Della Spezia. Tuttavia, le sue idee e le ambizioni sono piuttosto chiare e, soprattutto, proiettate al futuro. «Dura per uno come me non trovare la via del gol per più di un anno, ma ora sono felice. Il mio cuore è più leggero perchè ho trovato la prima rete con lo Spezia e si sa, la prima è sempre la più difficile. Adesso voglio guardare avanti e fare sempre di più». 

L'emozione del primo gol in maglia bianca, con lo stemma dello Spezia sul petto, è indimenticabile. Colak lo ha messo a segno nell'ultima gara esterna contro la Juve Stabia. «45 secondi dal mio ingresso in campo. L'ho fatto anche molto bello secondo me (ride ndr). Ho esultato sotto la curva degli stabiesi ma i tifosi hanno capito subito che la mia esultanza non era contro di loro. E' l’esultanza che faccio sempre, il gesto del cuore per mia moglie. Quindi senza pensarci ho visto il social media manager che era lì e sono andato. Tra l'altro lo avevo già notato prima mentre facevo riscaldamento fuori dal campo - ci ha raccontato l'attaccante sorridendo. - Cosa si prova? E' stata emozione enorme, emozione che voglio vivere sempre, ogni settimana. Per un anno mi è mancato questo momento e adesso ne voglio ancora di più».

Nella vita di un calciatore anche la famiglia ha un ruolo centrale. «Per me la famiglia è importante, è energia positiva. Da casa mi aiutano ogni giorno e lo hanno sempre fatto durante tutta la mia carriera. Ho giocato in tanti club fin qui e ho vissuto sempre tanti momenti con il loro supporto alle spalle. La famiglia è la cosa più importante nella vita».

Fondamentale è anche l'apporto del Picco. La casa delle Aquile ha letteralmente folgorato Antonio Colak. «Secondo me questo stadio è speciale. Le emozioni vengono vissute da tutti i presenti in maniera incredibile e, quando aprirà di nuovo la curva tra un mese, cambierà tanto rispetto ad ora. Tifosi? Sono passionali e aiutano la squadra: è come se in campo ci fosse un uomo in più. Io ho visto tanti stadi in Serie B però l'atmosfera di quello dello Spezia è sicuramente la migliore. Mi carica giocare qui, davanti ai miei tifosi, in un ambiente ancor più caldo di quello che ho vissuto nei campi in Croazia».

Cinque attaccanti, abbondanza nel reparto offensivo perfettamente gestita da mister D'Angelo. «Il mister e il suo staff ci fanno capire di essere importanti. Hanno trasmesso felicità e positività alla squadra, che lavora giorno dopo giorno assieme con la giusta mentalità. Questo è molto importante in vista delle prossime partite».

Fondamentale è, però, anche il rapporto con i compagni di reparto e non. «Io ho una buona relazione con tutti i miei compagni di reparto. Dobbiamo essere così, essere squadra. Lavorare l’uno per l'altro per tenere questo ritmo. Questa cosa mi piace perchè in campionato abbiamo fatto sette vittorie e sei pareggi e ora siamo temibili agli occhi di tutti. Ogni partita è una motivazione in più per tutti noi, non solo per gli attaccanti, ma anche per la squadra tutta. In difesa hanno fatto 5 clean sheet (partite senza subire gol ndr) nelle ultime 6 partite. Difficile contro di loro in allenamento? Durissima - ci racconta Colak sorridendo - ma quando giochi tutti i giorni contro la miglior difesa del campionato non puoi far altro che migliorare».

Infine uno sguardo agli obiettivi personali e di squadra. «Io punto sempre in alto, però, è importante per noi guardare partita dopo partita - ha sottolineato Colak senza sbilanciarsi troppo, nonostante l'ottimo avvio in campionato del suo Spezia. - Vogliamo rimanere su questa strada e non vogliamo fermarci. Continuiamo così, poi dopo la fine dell’anno vedremo dove siamo. La serie B è difficile, lo sappiamo, però vogliamo vincere ogni partita. Noi ci prepariamo per questo, poi, alla fine del campioanto tireremo le somme. Il terzo posto a questo punto della stagione è molto buono comunque».

(Fonte immagine: Speziacalcio.com).

 

 

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