Dopo gara amaro per le Aquile di Leo Semplici: nemmeno la presenza in tribuna di patron Robert Platek - di solito talismano porta buono - è servita ad evitare la dura sconfitta, figlia dei valori tecnici espressi dal campo, nettamente a favore del Toro che malgrado ciò resta fuori al 99% dalle competizioni europee.
Non è così difficile spiegare le cause della debacle aquilotta, dopo due anni di serie A mantenuti a colpi di fortuna e qualche buona intuizione, il primo anno di Italiano, l'anno scorso del bistrattato Motta.
Al di là del modesto livello tecnico della squadra, va sottolineata l'enorme dispersione di punti da parte delle Aquile, in parti uguali nel giorne di andata e nel girone di ritorno. In troppe circostanze - vengono in mente tra le altre le prestazioni di Empoli, Firenze, Udine, Cremona, Salerno - lo Spezia non ha raccolto quanto seminato, affidando al solo Nzola il peso e la responsabilità di trovare la via del gol.
Squadra a raccolta sotto la curva Ferrovia alla fine del poker subito oggi, ma i tifosi non possono mettere sotto accusa l'impegno dei giocatori, sempre ai massimi livelli almeno fino allo 0-2, e la qualità tecnica non puoi metterla se non ce l'hai, semplicemente.
Nel Picco strapieno di oggi episodio spiacevole dietro la panchina di Juric, bersagliato da cori razzisti: l'arbitro Guida ha interrotto la partita per qualche minuto, con i giocatori dello Spezia i primi a chiedere ai tifosi di farla finita. Capitan Gyasi è andato a mostrare la propria solidarietà a Juric, quasi a scusarsi per ciò che stava accadendo allo stadio. Il tecnico croato ha commentato nel post- gara: "Era tanto che non mi insultavano così".