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L'affascinante storia del Campionato di Guerra e della squadra dei Vigili del Fuoco della Spezia.


Correva l’anno 1944, una data che fa tornare alla mente i periodi più bui vissuti dall’umanità. Tuttavia in questo contesto storico, vale la pena narrare una sorta di novella ambientata nel mondo del calcio.

I pompieri di La Spezia infatti quell’anno si aggiudicano il titolo di campioni d’Italia ma che a tutt’oggi non gli è stato riconosciuto dagli organi ufficiali della FIGC.

Si tratta dunque di uno scudetto fantasma ma che merita comunque di essere analizzato a fondo per capire meglio come sono andate le cose.
 

Il mito dei pompieri di La Spezia

Il ritornello che enuncia la frase il pompiere paura non ne ha, ancora oggi fa parte dell’inno ufficiale del corpo dei Vigili del Fuoco di La Spezia.
Anche nel famoso anno 1944 echeggiava sui campi di calcio e nello specifico di quelli delle squadre che presero parte al  Campionato di Divisione Nazionale, vinto proprio dai Vigili del Fuoco del distretto spezzino e che oggi avrebbero fatto la fortuna di chi opta per delle puntate su scommesse.netbet.it.

A dimostrazione di ciò, e di quanta devozione la popolazione della città ligure nutre per i suoi eroi, ancora oggi sulle casacche della squadra che milita dignitosamente in Serie A è presente un logo di forma ovale in cui si nota una coccarda  tricolore con al centro una coppa e che intende onorare lo scudetto  fantasma conquistato dai pompieri di La Spezia durante le fasi più acute della seconda guerra mondiale.  
 

Come si svolse il campionato del 1944?

Nell’anno 1944, l’Italia era divisa in due tronconi; infatti, a Nord governavano i seguaci della Repubblica sociale di Salò supportati dalle truppe naziste mentre a sud c’erano le truppe alleate che di lì a poco avrebbero liberato l’Europa intera dalla guerra.
Nonostante ciò, la Figc gestita dal regime decise in un primo tempo di dar vita a dei campionati regionali, i cui vincitori avrebbero poi dovuto accedere ad una fase successiva.

Questo programma fu tuttavia stravolto poiché  le suddette autorità decisero che le vincitrici si sarebbero dovute sfidare soltanto in un torneo finale. La guerra cambiò però anche questo scenario tanto che il presidente del gruppo pompieri La Spezia (Coriolano Perioli) fu deportato in Germania.

Il team, nonostante ciò, chiuse il campionato del girone di competenza al 6° posto, grazie soprattutto alle gesta di due mitici personaggi. Nello specifico si tratta di Eusebio Castigliano e di Riccardo Carapellese. 
Entrambi però dopo il conflitto mondiale entrarono a far parte della squadra del mitico Grande Torino ed entrarono tristemente nella leggenda dopo che l’aereo, di ritorno da un incontro a Lisbona, si schiantò sulla collina di Superga il 4 maggio dell’anno 1949.
Questo tragico epilogo pose fine alla vita di uomini e campioni che probabilmente avrebbero regalato all’Italia il terzo titolo mondiale nel campionato del 1950 che si svolse in Brasile.  
 

L’epilogo dello scudetto fantasma

Il Torino nell’anno 1944 ossia quello dello scudetto fantasma vinto dai pompieri di La Spezia riuscì a sconfiggere nettamente il Venezia con il risultato di 5 a 2 consentendo la vittoria della formazione ligure.

Il risultato, del tutto inaspettato e sicuramente poco produttivo in termini di propaganda per il regime, indusse però la Federcalcio a modificare il verdetto assegnando allo Spezia soltanto la Coppa Federale del campionato di guerra anziché lo scudetto che oggi viene ancora definito fantasma, poiché con un ulteriore colpo di mano, i potenti del regime militare decisero di assegnarlo al Torino.

Questa storia è durata fino al 22 gennaio 2002 ossia quando il torto subito è stato riconosciuto  grazie soprattutto ad un attento ed efficace lavoro di mediazione di giornalisti ed intellettuali della Spezia.

Tuttavia nell’albo d’oro nel periodo compreso tra il 1943 e il 1945 vige ancora la voce: campionato non disputato.
 

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