La sconfitta fa male ma vanno analizzate in positivo le occasioni da gol fioccate nella ripresa e non concretizzate dalle Aquile, espresso un buon gioco malgrado il caldo africano.
Spezia sconfitto al Picco davanti al suo pubblico, ritrovato dopo tanto tempo, ma la squadra di Motta non ha deluso sul piano del gioco e dell'impegno, positivo anche il bilancio delle occasioni gol, specie nella ripresa le Aquile hanno sfiorato più volte il colpaccio, con Verde preciso ma non troppo nell'indirizzare due palloni verso la porta avversaria, con il portiere Silvestri superato ma salvato, in un'occasione incredibile, dalla colonna della difesa Nuytinck tanto impronunciabile quanto prezioso per la retroguardia di Gotti.
Il caldo ha penalizzato entrambe le squadre, ma i cambi di Gotti sono risultati più efficienti di quelli operati da Motta, tra l'altro costretto a cambiare Sala e Gyasi su richiesta degli stessi giocatori.
Il risultato di parità sarebbe senz'altro stato più giusto per quanto visto in campo, ma si sa che la serie A non regala niente, tutte o quasi le squadre del girone sono più strutturate ed esperte delle Aquile, che manifestano evidenti deficit in fase realizzativa, malgrado l'impegno e la freschezza di Antiste, e aspettando di vedere all'opera Salcedo - entrato nel finale senza impattare sulla gara- e soprattutto Strelec, neppure in panchina al pari di Nzola.
Il gol di Samardzic - cognome da antiulcera ma piede educato - all'89' ha gelato il tifo del Picco, con le due curve gelate dopo 88' di cori e incitamento, davvero un esordio amaro per le Aquile ma comunque un passo in avanti verso la ricerca della migliore quadra di una squadra che - a differenza della Juve a pari punti - deve preoccuparsi di salvarsi il prima possibile.