Aquile formato trasferta: con 15 punti su 21 conquistati lontani dal Picco, ovvero oltre il 70% lo Spezia si aggiudica il curioso primato in serie A, pur in una stagione senza pubblico dove il fattore campo ha un peso sicuramente relativo rispetto al recente passato.
La vittoria di ieri contro il Sassuolo ha contribuito a migliorare la curiosa statistica, ma ancor di più a rincuorare i tifosi delle Aquile, preoccupati non poco dalle voci sul passaggio di mano della proprietà che dovrebbero concretizzarsi entro la fine della prossima settimana ma comunque presenti con i cori e i bengala ad accogliere il pullman al rientro in serata al Ferdeghini.
Restando al campo, merito a Italiano e al gruppo votato al sacrificio in campo, affamato di punti e senza timori reverenziali a rischio di prendere imbucate in ripartenza come è accaduto con il primo gol di Caputo.
Ma il calcio è strano, non sempre due più due fa quattro, un esempio? Ieri sul parziale di 1-0 sulla Samp il mister del Benevento Pippo Inzaghi ha messo la difesa a cinque, per contrastare le folate doriane ed invece alla fine ha rischiato addirittura di perdere la sfida, perché con l'arretramento della squadra i blucerchiati hanno trovato più respiro nella fase di manovra arrivando più volte alla pericolosa conclusione dalle parti di Consigli.
In ogni caso: brave Aquile, a quota 21 punti non si sta malaccio e sabato prossimo contro il Super Milan (che ha strapazzato il Crotone malgrado rinforzi di qualità come Ounas e Di Carmine) ci si aspetta un'altra prova di coraggio, giocata magari con la spensieratezza che in sfide contro big del calibro di Roma e Napoli ha portato anche ottimi frutti.
Anche se, è ovvio, i punti salvezza non andranno ricercati contro Juve, Milan, Inter e compagnia, è giusto che lo Spezia cerchi di imporre il suo credo contro tutte le avversarie, ovvero lettura tattica della gara, organizzazione di gioco e perché no un pizzico di fortuna che aiuta gli audaci.
Il dato più significativo della sfida vinta ieri riguarda sicuramente il tasso tecnico e la lucidità mostrata da Leo Sena (nella foto, ndr), in difficoltà solo in alcuni tempi di pressing ma molto efficace in fase di impostazione, oltre al rendimento di Kevin Agudelo nel ruolo centrale di falso nueve, ma con l'ingrato compito di ripartire palla al piede su tutto il fronte dell'attacco.
Di certo se più accentrato il fantasista colombiano ha più chance di giocare la palla rispetto al ruolo di esterno offensivo, e nei video che lo presentavano prima del suo arrivo allo Spezia era marcata questa caratteristica di "incursore", per le vie centrali, in grado di saltare uno o più avversari dalla metà campo ai sedici metri, chiudendo poi l'azione con conclusione o assist.
Contro l'Udinese non aveva sortito il solito effetto, ma va detto che era la prima volta che veniva impiegato come attaccante centrale, un minimo di adattamento era prevedibile.
Infine davvero un bravo a Italiano, capace di reinventarsi l'approccio di ogni singola gara e non aiutato né dagli infortuni – con i ko di Nzola e Piccoli – né dal mercato della Società, neppure in grado di fornirgli un terzino destro per fare rifiatare un pur ottimo Vignali.