Vigilia di attesa e tensione emotiva in vista della sfida di andata della finale play-off tra le Aquile e il Frosinone, entro giovedì prossimo il campo decreterà chi merita di salire in serie A tra i ciociari di mister Mundial Nesta o lo Spezia di mister Italiano, tecnico di minor esperienza ma di sicuro avvenire.
Tifosi impazziti per una finale senza precedenti nella storia delle Aquile, in progetto giovedì prossimo un grande corteo (a piedi?) per riaccompagnare la squadra al Picco nella gara di ritorno, finalmente euforico anche il patron Gabriele Volpi, pronto a rilanciare il budget nel caso si realizzasse il sogno, premiando l'ottimo lavoro del Dg Guido Angelozzi, che di calcio se ne intende davvero, come ha dimostrato scommettendo tutto su mister Italiano ("Un predestinato" mi disse a inizio stagione ) e difendendolo sia nei confronti del pubblico sia, anche a muso duro, con qualche giocatore che storceva il naso nel periodo più difficile nel girone di andata.
Il campionato racconta di una vittoria per parte, finì 2-0 al Picco all'andata, gol di Gudjohnsen e Bidaoui, mentre al ritorno prevalse il Frosinone per 2-1, con Paganini a segno a 5' dalla fine dopo che Galabinov aveva pareggiato nella ripresa il gol di Salvi in avvio di match.
Per quel che contano statistiche e tradizioni, in totale negli otto precedenti tra B e C i padroni di casa hanno vinto 5 volte, pareggiato 3 e perso mai, sempre ad onor di statistica vanno ricordate nel bilancio complessivo anche le due vittorie in coppa a favore delle Aquile.
Aquile prima volta in finale: euforico patron Volpi, che sta ancora valutando se sbarcare al Picco domenica per motivi scaramantici, deciderà dopo aver visto la finale di andata, ogni caso pronto a investire in caso di promozione per allestire una rosa degna della serie A, anche perché dopo tanti anni di purgatorio potrebbe finalmente ambire alla vetrina della massima categoria, che senza nulla togliere alla serie B è tutto un altro pianeta, sia in senso sportivo sia in senso economico.
In casa Spezia atmosfera di relativa serenità: Italiano ha perso pezzi importanti (Capradossi e Marchizza ko, Ragusa così così) ma al tempo stesso ha recuperato la condizione di pedine di qualità come Vitale, autore di numerosi cross per le torri e implacabile in marcatura, Acampora, Nzola e lo stesso Galabinov, che sembra aver ritrovato quella efficienza e continuità in zona gol che in maglia bianca non aveva ancora dimostrato di possedere.
In rosa le certezze provengono da Scuffet, da Terzi in coppia con Erlic, da Ferrer specie in fase di copertura, ma anche in fase offensiva il ragazzo ha ampi margini di miglioramento, in mezzo indistruttibile Bartolomei, per lui davvero una splendida annata, in crescita Matteo Ricci, solito guerriero Mora, sempre più allo scoperto il talento di Maggiore, in grado di spaccare in due il gioco coniugando al meglio le due fasi in verticale, bene anche Acampora, anzi benissimo, fuori solo per il minor affiatamento di reparto non certo per scelta tecnica.
In avanti un ritrovato Nzola, guerriero possente al pari di Galabinov, ma più veloce e difficilmente marcabile in ripartenza, in mezzo il bulgaro del quale si è già detto, a sinistra un giocatore, Gyasi, molto mal valutato da uomini di calcio rispetto al suo potenziale: tecnico, cresciuto tantissimo nel controllo palla e nella visione di gioco; tattico: copre le due fasi grazie ad una gamba e a due polmoni inesauribili; mentale: grande spirito di sacrificio, rende il doppio a sinistra ma interpreta sempre al massimo le indicazioni di Italiano.
Aspettando magari per il ritorno di giovedì il miglior Ragusa, talento cristallino e Mastinu, che dopo il pestone al piede preferito ha ripreso in gruppo, e forse potrà entrare a gara in corso già domani sera per fare prezioso minutaggio.
In casa Frosinone Nesta aspetta a sbilanciarsi sulla formazione, valutando caso per caso la condizione della sua rosa di assoluta qualità. Si attende un Frosinone schierato con il 3-5-2, modulo che ha dato ottimi risultati specie contro le squadre schierate con il 4-3-3 come lo Spezia. Nell'ultimo periodo dei ciociari soprattutto due i giocatori davvero temibili: Camillo Ciano, spostato dalla mediana al ruolo di seconda punta e il lungagnone americano di origini serbe Novacovich, senza dimenticare il numero 10 Dionisi.