“Il primo grande appuntamento dell’estate spezzina è iniziato con la marcia giusta – dichiara il Sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini – il primo dei sei concerti gratuiti che l’Amministrazione ha voluto donare alla Città ha riscosso un grande successo di pubblico: l’affluenza delle persone che si sono riversate su Piazza Europa per il concerto di Motta ha sfiorato, infatti, le 3.500 persone.
Il successo dell’iniziativa, però, è stato accompagnato da una serie di polemiche scaturite da alcune affermazioni di Motta durante il suo concerto che, purtroppo, hanno diviso la città in un momento che, nelle intenzioni dell’Amministrazione, avrebbe voluto unire, come credo la musica dovrebbe fare. Con la gratuità di questi spettacoli si vuole offrire a tutti l’opportunità di divertirsi nelle sere estive con concerti plurali e diversi e, soprattutto, non fare politica con soldi pubblici destinati alla cultura e allo spettacolo.
I grandi artisti non hanno bisogno di commentare la propria musica o i testi, perché la loro arte dovrebbe essere sufficiente a parlare da sola: il comportamento di Motta ha distorto l’intenzione di una serata che avrebbe voluto essere di festa e le parole che ha riservato nei confronti dell’Amministrazione che lo ha ospitato e soprattutto pagato sono da maleducati, ricolme di pregiudizi gratuiti e hanno avuto il triste risvolto di aver allontanato le persone che erano venute appositamente in piazza ad ascoltare la musica. Sono soprattutto rimasto sorpreso perché Motta non ha mai manifestato alcun disagio, prima di salire sul palco, rispetto al fatto che il suo cachet venisse pagato da una città governata da me e dal centro destra.
Motta si dissocia da me, ma io mi dissocio solo dalla sua maleducazione, non mi pento che sia venuto a cantare in Città perché la libertà di pensiero e di parola alla Spezia sono garantite a tutti, sempre, e a trecentosessanta gradi, se esse rimangono ovviamente nel perimetro della legalità. La forza della democrazia è proprio questa: dare spazio al pensiero di un altro che pur non condividiamo, che sia una presentazione di un libro o le parole in un concerto.
Ma da queste esperienze rimango sempre più convinto che dal comunismo e dal fascismo non ci sia proprio nulla da cui imparare.