Non è una questione di libertà di opinione, se uno è pagato e fa un contratto si deve attenere a quello per cui è pagato. Io sono un bancario, mi succede spesso che persone che hanno letto un mio intervento sul giornale o mi hanno visto in TV mi parlino di politica sul lavoro, la mia risposta è sono in ufficio ne parliamo fuori orario di lavoro. Se facessi come Motta, sicuramente sarei richiamato e se continuassi si potrebbe arrivare al licenziamento, perché non si può fare politica sul luogo di lavoro.
Questo misero personaggio ha offeso non l’amministrazione, ma quelle persone che non la pensano come lui, ma volevano solo ascoltare la sua musica.
Se c’è un antidemocratico, ovvero un comunista, una delle ideologie più marce della storia insieme al nazismo è proprio lui, che ha usato parole da squadrista! Sarebbe interessante capire cosa sarebbe successo se un cantante avesse detto mio padre era fascista, chi non la pensa così se ne può anche andare. Lui che ha girato il mondo e che è aperto, apra le porte di casa sua ai migranti e cominci col rinunciare al compenso, visto che ha barato, andando ben oltre quello per cui era pagato contrattualmente, offendendo centinaia di persone che erano lì per lui e che non avevano certamente nessuna colpa se il padre di Motta era comunista!
Fabio Cenerini
Capogruppo Toti FI