Non era sufficiente che un pezzo determinante del Governo partecipasse al congresso delle famiglie a fine marzo, promosso da un movimento globale anti abortista, antifemminista e anti lgbtqi; oggi a preoccupare ancora di più le donne dopo la proposta del decreto Pillon, che mette in discussione fortemente i cardini dei diritti familiari e dei minori, una proposta di legge di un manipolo di 50 deputati medievali della Lega che vogliono attraverso la manomissione della 194 riportare la donna al rango di “sabina consenziente". Voler dare soggettività giuridica al feto è un inaccettabile balzo all’indietro dal punto di vista giuridico e la riproposizione della famiglia patriarcale dove l’uomo è il dominus sul corpo, sul pensiero, sulla soggettività della donna. Infatti la 194 non solo permette alla donna di interrompere la gravidanza ma le riconosce una soggettività, ovvero una persona che sia in grado di autodeterminarsi e di scegliere in autonomia. Un doppio tentativo di ostacolare l’aborto dunque e ridurre la donna a mera “incubatrice”.
Non è davvero la 194 la ragione della riduzione della natalità; l’unica cosa ridotta sono il numero degli aborti clandestini e la mortalità di donne vittime di mammane senza scrupoli.Si fanno meno figli perché mancano servizi adeguati di sostegno alla natalità, per la mancanza di una politica adeguata a curare l’infertilità, fenomeno in aumento, per la difficoltà ad avere a disposizione centri di fecondazione assistita di livello adeguato. Servono politiche che favoriscano il welfare e i diritti delle donne sui luoghi di lavoro, che portino alla parità salariale tra uomo e donna, a servizi che consentano alle donne lavoratrici di poter accudire i propri figli in strutture adeguate, queste sono solo una parte delle proposte che si dovrebbero mettere in campo se si volesse davvero parlare del tema della denatalità e dei diritti alla famiglia. Le donne saranno salda barriera per respingere questi gravi tentativi di riportare indietro le lancette della storia; ci aspettiamo che il Movimento Cinque Stelle non faccia passare sotto silenzio questo vergognoso tentativo revisionista. Le donne, la loro dignità e la loro storia non sono barattabili con la stabilità a qualche poltrona.
On. Raffaella Paita Camera dei deputati.
Federica Pecunia Segretario Provinciale Partito Democratico.
Dina Nobili Consigliere Provinciale Pd