È stata approvata ieri sera in un consiglio comunale vuoto per metà la tanto dibattuta Dmo (Destination Management Organization), la cabina di regia turistica progettata dall'amministrazione comunale e dall'assessore al turismo Paolo Asti.
Tutti i gruppi di opposizione sono usciti dall'aula prima dell'inizio della discussione, in segno di protesta contro l'assessore Asti, nei giorni scorsi finito nel mirino per un presunto caso di conflitto di interessi nell'ambito dell'organizzazione di alcune mostre al Camec, in cui sono state coinvolte due aziende di cui è fondatore.
Per questo Asti ha rimesso al sindaco Pierluigi Peracchini la delega alla cultura, in attesa che una commissione di inchiesta interna al Comune faccia chiarezza sulla vicenda.
Un'azione simbolica di protesta, quella delle opposizioni ieri sera, che numeri alla mano non ha impedito alla maggioranza di centrodestra di approvare la costituzione della fondazione "Golfo e Terre dei Poeti", che avrà il compito di gestire la Dmo. Da registrare l'astensione del presidente del consiglio comunale Giulio Guerri: "Presidente, se voleva poteva uscire dall'aula anche lei", l'ha apostrofato ironicamente Andrea Costa.
Uscito dall'aula come le opposizioni, al termine del suo intervento, anche il consigliere Massimo Baldino, sempre più distante dalle posizioni della maggioranza di cui, almeno sulla carta, ancora fa parte.
"Gli assenti hanno sempre torto - ha esordito Asti - La Dmo non è una invenzione mia né di Peracchini, ma è uno degli strumenti previsti dal piano regionale del turismo che abbiamo pensato di fare nostro, proprio perché lo consideriamo uno strumento efficace. Ci permetterà di fare squadra tra Comuni in qualità di soci fondatori, e anche tra quelli che aderiranno al progetto in un secondo momento. Passeremo dall'improvvisazione alla programmazione nel settore del turismo, grazie a una sinergia tra operatori e istituzioni".
Particolarmente critico, prima di uscire dall'aula, anche Baldino del gruppo “Per la nostra città con Giulio Guerri”, alla luce del presunto conflitto di interessi di Asti: "Io il Dmo l'avrei votato perché era nelle linee programmatiche e perché io rispetto sempre gli impegni presi. Anche ammettendo che tutto quello che ha riportato la stampa non sia vero, l'assessore ha rimesso nelle mani del sindaco la delega alla cultura. Ho già detto che mi sembra una forzatura approvare una cosa importante come il Dmo ora, anche perché le occasioni per fare chiarezza non sarebbero mancate. Mi è stato risposto che non c'è nesso tra quella delega e il turismo, ma il nesso è l'assessore stesso!".
A tessere le lodi del progetto turistico del Comune, invece, ci ha pensato Maria Grazia Frijia di Fratelli d’Italia: “È fondamentale e urgente procedere nel percorso tracciato da questa amministrazione sulla nascita della Dmo. È arrivato un appello forte dal territorio: è fondamentale creare un soggetto vasto per competere sui mercati nazionali e internazionali. Un ex assessore (Luca Erba del Pd, ex assessore al turismo, ndr) ha criticato la Dmo, ma quel qualcuno, quando era assessore al turismo, non è nemmeno stato in grado di fare una cartina turistica della città”.
Concordi sull’importanza della cabina di regia turistica, che ora dovrà passare alla fase operativa, con la stagione estiva che si avvicina sempre più, anche Andrea Costa di La Spezia Popolare (“Dispiace che le minoranze non abbiano voglia di portare un contributo su una scelta strategica per la città. Aver messo insieme diverse amministrazioni, con l’apprezzamento delle associazioni di categoria è un ottimo risultato”), il parlamentare della Lega Lorenzo Viviani (“È una visione che i nostri predecessori non hanno avuto. Stasera, invece di fare la solita sceneggiata, potevano discuterne con noi”) e Giacomo Peserico di Forza Italia (“La pratica, che abbiamo analizzato nel corso di sei sedute in commissione, non c’entra nulla con le polemiche uscite sui giornali sull’assessore Asti”).
Le opposizioni hanno ascoltato gli interventi fuori dall’aula, nel corridoio del consiglio comunale. “Hanno ideato soltanto un progetto faraonico che non ha avuto una lira di finanziamento ed è rimasto lettera morta (il distretto turistico pensato dall’ex assessore Erba, ndr)”, ha ironizzato Sauro Manucci di Fratelli d’Italia.
Dal canto suo, l’assessore Asti ha incassato il sostegno al progetto della Dmo da parte della coalizione di centrodestra, e ha rintuzzato le accuse di aver favorito le sue aziende: “In un paese in cui più a torto che a ragione i politici sono accusati di ruberie, io invece sono accusato di regalìe (i 200 cataloghi di una mostra che un’azienda da lui fondata avrebbe regalato al Camec, ndr). Ho fatto un passo indietro perché venga fatta chiarezza, ma l’azione amministrativa non può essere interrotta. Mi hanno rimproverato la facilità del progetto visto il colore delle amministrazione coinvolte. Ma perché se il centrosinistra ha governato ininterrottamente per trent'anni non ha mai realizzato un progetto del genere?”.