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Sarzana, il Carroccio all’attacco dei circoli Arci In evidenza

di Luca Manfredini – “E’ ora che il bene comune torni a tutti i cittadini, anche a quelli non iscritti al PD e/o a coloro che non vogliono diventare soci Arci”.

Facile preventivare quale vespaio solleverà l’interrogazione protocollata dal Consigliere comunale Luca Spilamberti (Lega Salvini Premier Liguria), indirizzata come da regola al Sindaco Cristina Ponzanelli, al Presidente del Consiglio, Carlo Rampi e, in questo caso, all’Assessore al patrimonio, Daniele Baroni.

L’interrogazione va infatti a stuzzicare niente meno che "l’utilizzo dei Centri Sociali di proprietà comunale come sedi di segreteria di partito da parte di determinate forze politiche”, come possiamo leggere sulla copia del documento presentata.

Nelle “considerazioni” premesse nel documento si specifica che tali centri comunali sono stati affidati a determinate associazioni a scopo sociale e non a fini politici, e che si tratta di strutture comunali appartenenti a tutta la cittadinanza e non solo a parte di essa, cittadinanza nella sua moltitudine di ideologie politiche aventi diritto di pari opportunità, senza agevolazioni da parte dell’Ente pubblico.

Ma tali strutture hanno agevolazioni sulle spese di gestione, come (per esempio) l’esenzione dal pagamento dell’affitto all’Ente – leggiamo poi – mentre l’Ente deve doverosamente rimanere “super partes” ad ogni associazione politica, senza prediligere nessuna di esse.

L'Arci (Associazione Ricreativa e Culturale Italiana) ricordiamo, è un'associazione di promozione sociale italiana fondata a Firenze il 26 maggio 1957, che si riconosce genericamente negli ideali della sinistra antifascista.

Preso atto poi che tali centri comunali sembrerebbero ospitare al loro interno le segreterie del Partito Democratico con annesse attività politiche da parte dei militanti di suddetto gruppo, l’interrogazione impegna la Giunta a: “Chiedere l’’immediata sospensione delle attività politiche all’interno di tali centri – una revisione totale dei criteri di gestione di queste strutture – un controllo da parte della Giunta riguardo ad altre eventuali irregolarità (vizi formali delle convenzioni / presenza di giochi d’azzardo / abusivismo edilizio / introiti derivanti dalla gestione di impianti sportivi non presenti nella mappa catastale del Comune / mancato rispetto delle norme di sicurezza all’interno delle strutture) – un impegno a riscuotere regolarmente le relative spettanze eliminando le esenzioni per chi utilizza il patrimonio pubblico”.

Un’inaspettata “bomba politica” che darà sicuramente strascico a numerosi articoli, discussioni e infiniti “botta e risposta”.

La prima pietra nell’acqua cheta del laghetto in questione la lancia proprio il firmatario dell’interrogazione con questa dichiarazione che qui riportiamo integrale:

“Le giunta di sinistra ci hanno lasciato una situazione economica deficitaria – esordisce il giovane (ma deciso) Consigliere Spilamberti - i centri sociali comunali, costruiti e/o acquisiti con i soldi dei cittadini sarzanesi, sono stati affidati alla gestione dei vari circoli Arci a canone zero. Un vecchio spot pubblicitario recitava "Cirio regala" e Toto' avrebbe potuto rispondere "E io pago"", ironizza Spilamberti.

"E tutto questo per mantenere un controllo politico del territorio, infatti i centri sociali sono di fatto sedi dei circoli del PD e svolgono le funzioni di tesseramento, riunioni di partito, convegni politici (sempre di sinistra), sedi nelle primarie e altro ancora. Tutto questo in barba ai principi della "apolitica" cardine logico dei centri sociali – aggiunge poi rivolto agli attivisti del PD - si comprino o si affittino locali per fare i loro circoli, come fanno tutti gli altri partiti. Centri sociali gestiti come proprietà privata? – aggiunge - Non è ammissibile".

"È possibile che nel 2019 un cittadino per bere un caffè in un centro sociale di proprietà comunale, deve sottoscrivere e pagare la tessera di un'associazione di cui non condivide nulla, né valori né principi ? Questa è democrazia? – conclude Spilamberti - È arrivato il momento a Sarzana di voltare pagina anche in questo settore, che il bene comune torni a tutti i cittadini, anche quelli non iscritti al Pd e a quelli che non vogliono essere soci Arci”.

Appuntamento a breve per gli sviluppi dell’iniziativa.

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