Doveva essere la commissione del via libera alla cabina di regia per il turismo, la tanto dibattuta Dmo (Destination management organization), con l'ok alla costituzione della relativa fondazione e l'audizione delle associazioni di categoria.
Invece si è trasformata in una battaglia in punta di regolamento tra maggioranza e opposizione, che ha fatto notare fin da subito la mancanza del numero legale per la validità della seduta.
Dopo quaranta minuti di accesa discussione, così, Confindustria, Confcommercio, Confesercenti, Cna, Confartigianato e Lega Cooperative hanno deciso di andarsene, parecchio risentite per il benvenuto sui generis.
“Per il rispetto nei confronti delle persone che rappresentiamo, non possiamo essere usati per un problema di natura politica tra maggioranza e opposizione”, ha detto il direttore di Confindustria Paolo Faconti, infilandosi la giacca e uscendo dalla sala insieme ai colleghi.
Tutta colpa del numero di consiglieri presenti al momento dell'appello, che il vicepresidente del Pd Luca Erba, in assenza del presidente di Forza Italia Giacomo Peserico (risultato comunque presente in quanto arrivato ad appello ancora in corso), ha fatto iniziare alle 17 in punto, come da programma, cogliendo impreparata la maggioranza, fra cui c'erano ancora molti assenti.
Il “peso” dei consiglieri presenti, infatti, era pari soltanto a 21 unità, quando il numero legale ne prevede almeno 22. L'opposizione ha colto la palla al balzo, contestando la validità della seduta.
Da qui l'accesa discussione tra Erba, Peserico, l'assessore al turismo Paolo Asti, Fabio Cenerini e Guido Melley.
La proposta di Peserico di ascoltare comunque le associazioni, per rispetto istituzionale, senza votare la costituzione della fondazione per la Dmo, non ha trovato accoglienza da parte dell'opposizione, e nemmeno dalle stesse associazioni: sarebbe stata una riunione informale, senza alcuna validità concreta.
Nel frattempo i rappresentanti di categoria, spazientiti e ancora fuori dalla sala, hanno preso la via di casa per ben tre volte, inseguiti per le scale di palazzo civico prima dall'assessore Asti e poi da Peserico. Tante scuse da parte di entrambi per l'imprevisto, ma la commissione (richiesta dalle opposizioni) alla fine è saltata.
“Abbiamo fatto una figura di m..... – ha riassunto efficacemente Cenerini – Così rompete i rapporti istituzionali tra maggioranza e opposizione. Ci vorrebbe un minimo di cortesia quando abbiamo degli ospiti”.
Il via libera alla Dmo, quindi, è rinviato ancora una volta: ci sarà (salvo imprevisti, è il caso di dirlo) in una successiva commissione, con ogni probabilità senza le associazioni di categoria.
“Arriveremmo alla sesta commissione sull'argomento – ha detto piccato il presidente Peserico – È francamente troppo per un impegno di spesa da parte del Comune di 40 mila euro durante il primo anno”.
“Le assenze dei consiglieri di maggioranza hanno impedito lo svolgimento dei lavori – ha commentato a fine seduta Erba – Spero che si possa rimediare al più presto. Le associazioni di categoria e i sindaci dei Comuni, per le persone che rappresentano e il prezioso lavoro che portano avanti, meritano più rispetto”.
Uno stratagemma, quello della contestazione del numero legale, utilizzato spesso in passato anche dal centrodestra, quando sedeva tra i banchi della minoranza, per far saltare numerose commissioni dell'amministrazione Federici.
Oggi, complice l'astuzia di Erba, i ruoli si sono invertiti, con buona pace della Dmo.