Ci voleva Salvini per riunire il centrosinistra, potrebbe dire ironicamente qualcuno. Ma un fondo di verità ci sarà pure, se questa mattina tutto il mondo della sinistra politica e associativa della Spezia si è ritrovato all'Urban center per dire “Noi non ci stiamo”.
Il destinatario dello slogan è il numero uno della Lega e ministro dell’Interno Matteo Salvini, e in particolare il suo decreto sicurezza, che fra le altre cose cancella i permessi di soggiorno per motivi umanitari, cambia il sistema di accoglienza degli Sprar (ospiteranno soltanto i titolari di protezione internazionale e i minori stranieri non accompagnati) e raddoppia la durata massima di permanenza degli stranieri nei centri per il rimpatrio (da 90 a 180 giorni).
La richiesta della sinistra spezzina non lascia spazio a fraintendimenti: abrogazione del decreto e possibilità per i sindaci di conoscere l’esatto numero di richiedenti asilo presenti nel territorio di competenza, attraverso l’iscrizione all’anagrafe, in modo da determinare i servizi pubblici e sociali che i Comuni hanno l’obbligo di garantire. Due punti che verranno presto portati all’interno dei consigli comunali di Spezia, Sarzana e Ortonovo attraverso la presentazione di una specifica mozione.
Lo chiedono a gran voce, unitariamente, le forze di opposizione in consiglio comunale “LeAli a Spezia” di Guido Melley (la lista civica che promuove l’iniziativa), Partito Democratico, “Spezia bella forte e unita”, Partito Socialista, “AvantInsieme” di Lorenzo Forcieri, Spezia Bene Comune di Massimo Lombardi, il gruppo regionale "Rete a Sinistra & liberaMENTE Liguria" di Gianni Pastorino e Francesco Battistini, poi Sinistra Italiana, Possibile, Rifondazione Comunista, Mdp – Articolo 1, Partito Comunista Italiano, i sindacati Cgil e Uil, Arci, Anpi e il “Comitato solidarietà immigrati”.
“Oggi la sinistra deve essere unita nel battersi contro questo scellerato decreto – ha spiegato Melley – Gli avversari non sono tra di noi, ma là fuori. Questo decreto contiene un messaggio-carogna, perché unisce il tema della sicurezza con quello dell’immigrazione. Come a dire che sono sempre gli stranieri a delinquere”.
Giacomo Pregazzi, segretario provinciale di Sinistra Italiana, chiama alla mobilitazione per una “disobbedienza civile e fisica”, perché “la battaglie nelle istituzioni è necessaria, ma in questo caso non sufficiente”.
Quanto a Salvini, viene definito neanche troppo ironicamente “ministro dell’insicurezza nazionale”. Il perché lo spiega Stefania Novelli, presidente dell’Arci spezzina: “Questo decreto è devastante per quel che concerne il comparto dell’immigrazione e di tutte le buone pratiche di accoglienza emerse in questi anni. Gli Sprar verranno svuotati di contenuto: accoglieranno soltanto i richiedenti asilo, senza però attivare alcun progetto di integrazione. Le persone verranno identificate, presenteranno la loro richiesta e rimarranno in attesa, senza fare nulla, con tempi allungati. Il decreto distrugge la possibilità di una vera integrazione dei migranti”.
La preoccupazione principale è il destino cui vanno incontro i migranti presenti sul territorio nazionale, anche quelli oggi accolti nella provincia della Spezia. “In Italia ci saranno 130 mila irregolari che non rientreranno tra i criteri dello Sprar – avverte Federica Pecunia, capogruppo del Pd – Ma il sistema degli Sprar ha fatto nascere diversi modelli di eccellenza in molte parti d’Italia, con i migranti che danno un’importante contributo alla comunità”.
Secondo la segretaria della Cgil Lara Ghiglione, il risultato sarebbe esattamente il contrario di quello annunciato: “Il decreto produrrà maggiore insicurezza per i cittadini. Proprio perché distrugge i percorsi di integrazione virtuosi, che la sicurezza la garantivano”.
Anche Veruschka Fedi, segretaria di Rifondazione Comunista, punta il dito sugli effetti del decreto sicurezza: “Penalizzerà gli strati sociali più deboli, colpendo esempi funzionanti di integrazione e nello stesso tempo la libertà di manifestazione del dissenso. La presa elettorale di Salvini? Innegabile, fare una contro-narrazione sul fenomeno migratorio sposta il dibattito politico a suo vantaggio. Oggi le cause del nostro disagio sociale vengono tutte imputate all’immigrazione”.