E’ di oggi l’intervista di Edoardo Rixi che, come era ampiamente preventivabile, nella fase di maggior successo della Lega Nord nella sua storia, si libera, nei fatti, dello scomodo alleato forzista e fa la voce grossa, nella convinzione che chi, in Forza Italia, ancora svolge funzioni di potere, sia ad un passo dal fare il “salto della quaglia” ed iscriversi direttamente alla Lega di Salvini.
E’ la prima volta che ciò che fino a ieri si muoveva sottotraccia esce così palesemente allo scoperto e, visto dalla nostra prospettiva, ciò deve (dovrebbe) indurci ad una riflessione seria.
L’area (vastissima) della Sinistra o del centrosinistra che dir si voglia, non è mai stata così scomposta (e composita) come adesso.
Il PD in crisi (nera) di identità che cerca un leader (in un Congresso tutto rivolto all’interno di cui all’esterno frega praticamente nulla: questo, almeno, dicono i sondaggi) in cui si prefigura un testa a testa tra il sempre più renziano Minniti e il rivoluzionario (a parole) gentile Zingaretti.
Bene che vada (ovvero vinca Zingaretti, diciamo così) il ticket Renzi – Minniti peserà moltissimo in termini assoluti e necessariamente condizionerà inevitabilmente vita e linea del Partito (soprattutto alla Camera e al Senato dove Renzi conta moltissimi adepti, catapultati in Parlamento grazie ad un’orrida legge elettorale voluta solo per premiare i suoi fedelissimi e contare ancora un po’ nelle dinamiche di Palazzo: uno Statista, insomma).
Poi ci saranno tutte le altre correntine dei numerosi candidati alle Primarie di (?) Febbraio, pronti ad alzare la voce per ricavarne uno “strapuntino”.
Non vedo, quindi, per quale oscura ragione si debba guardare al PD pensando che da lì nasca la soluzione ai nostri problemi. Il rischio è che, post Congresso, se ne aggiungano.
Il resto della Sinistra è diviso tra le scissioni in PaP e in LEU e tutta la galassia di sigle di Partiti e Associazioni di Sinistra che nascono come funghi (ad ognuno il suo cespuglio).
In più da Dicembre prenderà vita il “contenitore” di De Magistris e il 24 è prevista una Assemblea di LEU anche se alcuni dicono che LEU già non esiste più.
Pensare (sempre che si voglia) di provare a rappresentare un’alternativa competitiva alla Destra (o alle Destre, in caso di scissione del “modello Toti”) in queste condizioni, sommando i vari pezzettini, oltre ad essere ridicolo, è palesemente perdente.
Serve uno sforzo, di generosità da parte di tutti. In sintesi:
1) Candidato con Profilo Civico, esterno ai Partiti: qualcuno che abbia costruito, nella propria vita, un percorso di credibilità e coerenza nel proprio campo;
2) No a giochini per garantire seggi: Liste costruite in forma plurale per dare chiari segnali di rinnovamento e innovazione delle candidature. Chi in questi anni ha svolto funzioni di primo piano stia fermo un giro e dia una mano al “nuovo che deve avanzare”. Si può essere utili anche senza stare in prima fila. Se serve si facciano primarie civiche per la composizione delle liste elettorali;
3) 4/5 punti di radicale trasformazione della Regione che abbiano come architrave il tema ambientale, vero collante di tutto il programma di Governo. Non solo il tema del dissesto (magari parliamo anche di “Piano Casa?”) ma come saldare Ambiente e Lavoro, Ambiente e Sviluppo, Ambiente e Infrastrutture. E poi tanto tanto-tanto-tanto sociale (anche “reddito di cittadinanza”, coinvolgendo le Associazioni per renderlo aderente ai bisogni reali), la pubblicità dei servizi, il tema del valori Costituzionali (si, anche l’accoglienza. Senza tentennamenti e “ma”), l’industria (la poca che resiste) da difendere, automazione dei Porti (“camalli e robot”, cito), la sicurezza sul lavoro, tema che si affronta per un giorno dopo un grave incidente, una Sanità alternativa al “modello Viale” ma anche ai precedenti e molto molto altro ancora;
4) Progetto prettamente civico, senza simboli di Partito, senza bilancini, senza manuali Cencelli. Con le forze più grandi e organizzate che si mettono a disposizione nel tentativo di far emergere le realtà civiche che, spesso in maniera disorganizzata, si occupano del Bene Comune in ogni angolo della Regione.
Occorre partire e farlo immediatamente perché un progetto del genere non se realizza in un giorno e probabilmente nemmeno in un anno.
Se, invece, prevarranno le solite logiche, anzitutto quelle di “collocamento” di questo e di quello, prepariamoci ad un altro giro da spettatori e ognuno si assuma, davanti alle persone e alla propria coscienza, le proprie responsabilità.
E’ già tardi, ragazzi. Sveglia!
Michele FIORE – ex assessore Comune di Lerici.