La volontà, almeno per una parte consistente del centrodestra ligure, è quella di sopprimere un Ente virtuoso che, oltre ad essere uno strumento fondamentale per difendere il territorio da speculazioni edilizie, è anche un’opportunità per attrarre risorse finanziarie derivanti dalla Comunità Europea e dunque per avviare progetti di sviluppo agricolo, turistico e ambientale.
È necessario fornire qualche numero in modo da scardinare anche quelli che sono alcuni luoghi comuni.
Il Parco di Montemarcello-Magra-Vara non è un carrozzone per assicurare un lauto stipendio a qualche politico riciclato. Il Presidente e il Consiglio sono costati, nel 2017, complessivamente appena 1.230 euro. Vale a dire che al mese gli organi politici del Parco sono costati, in totale, 100 euro.
Con 7 dipendenti, solo 4 dei quali a tempo indeterminato, il personale del Parco è ridotto purtroppo all’osso ed è, attualmente, dimezzato rispetto a quanto previsto dalla Legge Regionale che lo istituì nel 1995.
Dal 2014 al 2017 i fondi trasferiti dalla Regione Liguria al Parco di Montemarcello-Magra-Vara si sono ridotti, di anno in anno, di circa il 30% passando da poco più di 583.000 euro a 417.000 euro.
In 5 anni, dal 2013 al 2017, a fronte di 730.000 euro di trasferimenti regionali finalizzati agli investimenti, il Parco ha quintuplicato le risorse gestendo progetti per un valore di 3.650.000 euro.
Anche le 43 discariche del Magra e del Vara, che nella dialettica politica di basso livello sono state utilizzate per dimostrare lo scarso funzionamento dell’Ente, non sono di certo imputabili al Parco. Quegli ingenti depositi di rifiuti sono tutti autorizzati, rappresentano la follia gestionale di una pessima politica ambientale e sono tutti antecedenti agli Anni 80.
Dunque, al netto di tutte queste informazioni, se il Parco di Montemarcello-Magra-Vara fosse messo nella condizione di lavorare con serenità, facendo una programmazione di lungo periodo e aprendosi al confronto con la comunità e i cittadini potrebbe davvero essere un volano economico e di valorizzazione del territorio.
Non esistono più le Comunità montane; la Provincia è stata di fatto smantellata da una riforma scellerata che ne ha drasticamente ridotto le loro entrate pur lasciandole in capo competenze e responsabilità importanti; i Comuni sono sempre più stretti tra le emergenze quotidiane, le ristrettezze di bilancio e il personale sempre più risicato.
In un panorama così chi si occuperà di progettare su un’area vasta come quella del Magra e del Vara se il Parco dovesse essere cancellato? In parole povere: perderemo l’ennesima opportunità.
Abbiamo chiesto che nelle prossime settimane vengano ascoltati, in merito alla proposta di abrogazione: i Comuni, compreso quelli che stanno cercando di entrare all’interno della comunità, Luni, Castelnuovo Magra, Riccò del Golfo e Pignone; l’Ente Parco e le associazioni ambientaliste, tra cui WWF, Legambiente e Lipu.
Tenteremo in tutti i modi di bloccare la proposta e di spingere la Giunta regionale a credere nel nostro territorio e nelle sue potenzialità.
Francesco Battistini
Consigliere Regionale Rete a Sinistra/liberaMENTE Liguria