Il dibattito di queste ore sul Festival della Mente lascia perplessi per i toni con cui si sta svolgendo.
Il Festival della Mente è Sarzana così come Sarzana è il Festival della Mente; un connubio che funziona bene da anni grazie all’impegno della Fondazione, del Comune e, soprattutto, di centinaia di volontari che vi si dedicano con passione e di un pubblico che si aggira, “affamato” di cultura, da una location all’altra, e che spesso ritorna l’anno successivo.
Il Festival della Mente potrebbe andare bene anche così come è attualmente, ma come ogni evento di successo soffre di una naturale perdita degli effetti di quella pozione magica che lo rende unico e lo fa crescere. E allora l’importante è non rimanere ad attendere che inizi un calo fisiologico per poi dover correre ai ripari. Il Festival della Mente è una formula di successo che anno dopo anno non deve perdere l’occasione di alimentarsi con nuova linfa, mantenendo chiara la via maestra che lo ha reso un evento di tale livello e spessore. Il primo festival europeo dedicato alla creatività e alla nascita delle idee, che offre ogni anno tre giornate in cui relatori italiani e internazionali propongono incontri, letture, spettacoli e momenti di approfondimento culturale.
Ed è giusto che tale rimanga perché un format di successo non si cancella e non si stravolge, ma si cerca di migliorarlo ogni volta. E collaborare con la Fondazione, che ha organizzato con grande professionalità tutte le 15 edizioni fino ad oggi tenutesi, affinché il programma possa essere ancor più arricchito con dibattiti che garantiscano sempre più una pluralità di visioni in un contesto di sano ed educativo contradditorio, è cosa ben diversa dalla disinformazione che stanno mettendo in atto molti esponenti della sinistra sarzanese.
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