Spero almeno che la severa sconfitta del centro sinistra a Sarzana induca un’attenta riflessione e porti a una nuova forma politica della sinistra, che non dimentichi la storia, ma sappia, al contempo, guardare con realismo al presente e al futuro. I primi commenti mi fanno un po’ paura, tutti sottolineano l’inadeguatezza di Alessio Cavarra come candidato sindaco del centro sinistra, a lui si imputano aspetti caratteriali e scelte politiche negative. Indubbiamente Cavarra ha le sue colpe e ha commesso i suoi errori, ma questa spiegazione, soprattutto da parte di chi lo ha sostenuto, mi sembra ingenerosa e comunque evasiva. Così si evita un’analisi approfondita e seria della crisi politica di un’intera area, che, purtroppo, non è restringibile al solo PD.
Il pericolo è che si eviti una riflessione di fondo e ci si limiti ad individuare in Cavarra un capro espiatorio. Anche se così fosse, una volta eliminato Cavarra, i problemi restano tutti interi sul tappetto. I difetti imputati a Cavarra non sono figli del caso, sono figli di un tipo di organizzazione politica che ha smarrito l’identità, ha fatto del PD non un partito, è privo di una base teorica comune, di una cultura comune e aggregante, è la fusione fredda di pezzi della vecchia DC con buona parte dell’ex PCI. I vecchi partiti della sinistra storica avevano un’organizzazione ramificata sul territorio, vivevano nei luoghi di lavoro, nei quartieri, nelle città e nelle campagne, il PD attuale non ha questa caratteristica, assomiglia di più a un comitato elettorale che a un partito strutturato. I rimproveri rivolti a Cavarra vanno rivolti alla linea politica del partito, al suo gruppo dirigente locale e nazionale, alla concezione di Renzi di autosufficienza e autoreferenzialità. Quei difetti, portati in periferia sono apparsi insostenibili.
Può esistere un partito di sinistra senza un’idea di società? Può esistere un partito di sinistra che non faccia riferimento nel nome e nell’azione politica ai valori del socialismo? Non ho mai creduto al PD come partito e non vi ho mai aderito. Gli errori sono cominciati ben prima di Renzi. Lui ha la responsabilità di aver creato un partito del leader. Non credo che, oggi, possa esistere una soluzione per la sinistra italiana che prescinda dal PD, che naturalmente va rivisitato e cambiato radicalmente. Non servono partitini di “puri”, che si crogiolano di una simbologia del passato e nell’assoluta sterilità politica. La scissione di Bersani e D’Alema è stata un errore, che ha fatto contento Renzi, ma che rende più difficile il dibattito politico a sinistra. La sinistra tutta e non solo il PD deve aprire immediatamente una riflessione senza preclusioni di sorta, per puntare a un nuovo soggetto politico unico e unitario, che faccia della rappresentanza dei ceti produttivi la sua identità e che si ponga come autorevole forza di governo innovatrice per il Paese.
NICOLA CAPRIONI
ex Assessore Comune di Sarzana