In questi ultimi giorni si è riacceso prepotente il dibattito su Parco Magra-Vara. Montemarcello si, Parco no. La proposta del consigliere regionale Costa di abolire il Parco Montemarcello Magra-Vara sembrerebbe porre un vero problema su ciò che debba essere e rappresentare la presenza di un'area naturalistica nel contesto di comuni urbani fortemente antropizzati.
E' veramente così?
Possiamo innanzi tutto provare a partire dal buon senso: come è possibile fare proposte di questo genere in questo momento, ambientalmente terribile per ogni comunità, nazione e per l'intero pianeta? Le scelte politiche degli ultimi anni in tema ambientale sono state terribili. Perpetrate da governi locali e nazionali di entrambi gli schieramenti, hanno portato alla rovina interi ecosistemi, inquinato interi territori, disatteso le più elementari norme su come rispettare la natura e preservare il territorio per le future generazioni; in ultima analisi, non hanno praticato insegnamenti ambientali tali da educare al rispetto ed alla salvaguardia ambientale i propri cittadini permettendo offese quotidiane sui luoghi naturali che ancora circondano i nostri paesi e città (dalla discariche, al vandalismo, ecc.).
In secondo luogo se il concetto di parco nasce da un compromesso tra le attività dell'uomo ed un riconosciuto senso della preservazione della natura da cui proveniamo (quindi, se vogliamo, una sorta di rimedio a quel concetto di sviluppo inarrestabile e insostenibile da troppo tempo in auge nella politica) a maggior ragione dobbiamo prendere atto che non solo il Parco va preservato ma, come ha sottolineato il Comitato Sarzana, che botta!, va ampliato nella logica futura e ineludibile di cambiare il paradigma dello sviluppo a tutti i costi e tornare ad un senso vitale quotidiano più equilibrato e impostato alla sopravvivenza.
Se poi vogliamo entrare nel merito tecnico della presenza del Parco, della sua valenza naturale, delle sue iniziative ecologiche e sociali, nella sua fruizione come luogo di riposo e quiete non possiamo non notare come, sia a sinistra che a destra, il Parco sia servito anche per ragioni strumentali e politiche. Le incontrollate attività lungo il fiume, il dissennato progetto Marinella e i tentativi di modificare le regole stesse del Parco per motivi economici e platealmente urbanistici da parte delle giunte di sinistra di Ameglia e Sarzana fanno il paio con la folle pretesa di Costa di dare in mano ai Comuni la gestione di quell'ampio territorio, per poter così operare in piena libertà e consegnare alla speculazione ettari di natura.
La proposta dello stesso Costa, poi, che vorrebbe spostare la gestione del Parco alla Provincia, fa ridere, visto lo stato in cui versa dopo i "trattamenti" che il governo PD ha operato su questi enti locali con la desistenza, se non l’approvazione del centrodestra.
Le stesse motivazioni che Costa porta a supporto della sua idea di soppressione sembrano assolutamente pretestuose giacché, pur sforzandosi a prenderle per buone e non strumentali, potrebbero essere affrontate con azioni ed interventi “mirati”.
In definitiva, dunque, è evidente che il Parco Montemarcello Magra-Vara debba essere preservato. Sarzana in movimento è convinta che debba essere messa in opera una nuova visione dello stesso e una innovativa riorganizzazione, che coinvolga non solo la politica e le strutture del Parco ma anche i cittadini dei comuni che ne fanno parte, le associazioni, i docenti, ecc. La presenza di un'area naturale di queste dimensioni e di questa importanza per la sopravvivenza dell’ambiente da consegnare alle future generazioni deve essere messa al centro di una nuova visione che permetta a tutti di fruirne liberamente ma consapevolmente e civilmente, regolando opportunamente la presenza dell'uomo in questa area sia da un punto di vista economico che di attività inquinanti o stravolgenti la peculiarità del territorio stesso.
Giorgio Giannoni
Coordinamento Sarzana in movimento