Leggiamo che un certo cavalier Enrico Angelini, che si dichiara commissario provinciale dell'UDC spezzina (un'entità politica di origine misteriosa), per giustificare il sostegno della cosiddetta quarta gamba (quella di Cesa, già reo confesso di corruzione aggravata nel processo Prandini) ai candidati della destra (la forzista Gagliardi e la leghista Pucciarelli) evoca nientemeno che Don Sturzo e De Gasperi, padri fondatori del Partito Popolare Italiano e della Democrazia Cristiana.
L'accostamento è grottesco, offensivo ed antistorico.
Sturzo e De Gasperi furono sempre coerenti ed irriducibili avversari della destra, patirono l'esilio, sperimentarono la limitazione della loro libertà personale. De Gasperi fu un leader della Resistenza e un dirigente del Comitato di Liberazione Nazionale. Andato al governo non considerò mai, neppure lontanamente, di allearsi con la destra, neppure quando le alte gerarchie ecclesiastiche sembrarono auspicare un simile connubio contro natura. De Gasperi è stato uno dei padri dell'Europa, insieme a Schuman e ad Adenauer. I loro programmi politici furono sempre fedelmente ispirati alla dottrina sociale della Chiesa, la cui fonte primaria è rappresentata dalle encicliche papali.
Del sovranismo nostalgico della Meloni e della xenofobia e dell'antieuropeismo di Salvini, Sturzo e De Gasperi non avrebbero voluto sentir parlare neanche per Carnevale... a dispetto delle acrobazie dialettiche del cav. Angelini, che si improvvisa erede di quella gloriosa tradizione politica sulla base di indecifrabili genealogie.
Sturzo e De Gasperi appartengono al pantheon di chi si riconobbe e si riconosce nella tradizione politica del cattolicesimo democratico e sono patrimonio della migliore storia politica ed istituzionale del nostro paese.
Non si tenti di usurparne cinicamente l'eredità per miserevoli interessi di bottega.
Egidio Banti, Agostino Delle Piane, Enzo Mazzini, Paolo Bufano, Marcello Delfino
(tutti ex segretari provinciali della Democrazia Cristiana e del Partito Popolare Italiano)