È stata una campagna elettorale breve ed intensa come si è trovata?
Benissimo, sono stata travolta dall’entusiasmo di una campagna vissuta tra la gente: nelle piazze, nei mercati, nei bar. È stata un’esperienza bellissima. Ho del resto continuato il confronto quotidiano che vivo come vicesindaco: da quando abbiamo vinto la scorsa estate abbiamo aperto le porte del comune, che prima erano ben chiuse.
Il Progetto Toti è risultato vincente in Liguria e poi alla Spezia, che sensazioni ha per le politiche?
Ottime. Il centrodestra vincerà con larga maggioranza e avremo la grande opportunità di superare le secche nelle quali siamo stati costretti da una classe dirigente miope e incapace. Del resto il progetto Toti e il suo modello di buongoverno che abbiamo proposto negli ultimi anni, dalla regione Liguria al comune della Spezia, non ha nulla a che vedere con la vecchia politica: proponendo un cambio radicali dei modi, persone, temi. Sarà premiato ancora una volta dai cittadini, come saranno bocciate per l’ennesima volta le stesse facce che imperterrite si ripresentano, dopo aver perso tutto.
Qual è la differenza più importante che dovrebbe portare i cittadini a votare per lei e non per Caleo?
Francamente non capisco perché mi metta a confronto col Senatore Caleo. Lui e il suo partito democratico sono fuori dalla partita, giocano una campagna di testimonianza. La sua candidatura è la diretta espressione di una classe dirigente miope, incapace di alzarsi dalla poltrona, bocciata dai cittadini ovunque in Liguria e che continua a riproporsi con ostinazione. A causa di scelte come questa, l’antipolitica incarnata dai grillini è cresciuta ed è forte nel nostro territorio. La partita è oggi tra noi, che abbiamo un’idea chiara di sviluppo e di futuro e loro, che dicono no a tutto perché sfiduciati da anni di politiche che hanno ingessato la nostra terra dalle mille opportunità.
Ha detto che anche nel caso andasse a Roma continuerebbe a lavorare per il territorio, qual è la priorità?
Un rilancio prima di tutto infrastrutturale, per uscire da subito dall’isolamento a cui è stato confinato negli ultimi decenni. Dobbiamo recuperare un gap in questo senso accumulato negli anni, che solo in parte le politiche della regione stanno risolvendo. Un rilancio in questa direzione porterebbe vantaggi all’intero indotto economico: dal mondo industriale e portuale sino alla piccola bottega. E, naturalmente, alle politiche turistiche. Poi, naturalmente, più poteri agli enti locali e radicali miglioramenti nelle politiche sociali. Alla Spezia abbiamo ridotto le tasse di scuole e mense, alleggerendo le famiglie di costi fissi. Ma occorre che lo stato ci dia una mano. Per chiudere, la necessità di una detassazione è una priorità per gli spezzini e per gli italiani, che sono strozzati da tasse a dir poco esagerate.
In una campagna elettorale così breve si è avuta la sensazione che si sia parlato poco dei programmi, può parlarci brevemente del suo?
La vera emergenza in Italia, e in particolare in Liguria che è la sua regione più vecchia, sono le culle vuote. Occorre un piano nazionale di sostegno alle famiglie: la natalità deve essere vissuta come un momento straordinario della vita di ognuno, non come un peso. Lo stato deve fare la sua parte, sostenendo gli enti locali nella realizzazione di strutture a sostegno dell’infanzia. Poi meno tasse, meno burocrazia, più sostegno a imprese e privati: ricette efficaci ovunque nel mondo e che lo saranno ancor più nella nostra provincia, strozzata negli ultimi anni da politiche e scelte sbagliate.