"Presenteremo l'esposto se, come riteniamo, la grave mancanza di documentazione del piano industriale presentato da Acam, possa avere inciso sulla corretta valutazione necessaria per il voto dei Consiglieri".
Dopo l’ok del Consiglio comunale sarzanese all’aggregazione tra le due multi utility, il candidato Sindaco di “Sarzana in movimento”, Valter Chiappini, non ci sta e ancora denuncia quello che da anni definisce “Una svendita parte di un programma pianificato, un esproprio di un bene pubblico dei cittadini svenduto ai privati. A cosa sono valsi i sacrifici dei lavoratori e degli utenti volti a rimettere in sesto un bene appartenente al nostro territorio e ora finalmente in grado di produrre utili”? Chiappini continua a difendere il principio dell’acqua Pubblica: "bene primario su cui non si devono fare speculazioni o profitti", e denuncia in questa operazione, il venir meno dello stesso e l’annullamento dell’esito del referendum pubblico del 2011.
La gestione dei rifiuti inoltre, deve rimanere in mano pubblica, dichiara: “In modo che la miniera d’oro nascosta nel ciclo del trattamento rifiuti, trasformazione e riutilizzo, torni a favore dei cittadini e della società compromettendo il meno possibile l’ambiente”. Non bastano poi al gruppo del Consigliere le rassicurazioni date dai fautori dell’aggregazione su una vigilanza futura del rispetto degli impegni chiesti ad Iren, in quanto “Solo impegni ma nessun obbligo realmente preteso e controfirmato”, una differenza sottile ma determinante, secondo Chiappini. Il futuro possesso all’interno del colosso Iren di un esiguo 2% di quote, viene poi liquidato come “Infinitesimale ed inutile all’interno dell’enorme calderone di Iren”, ancor di più all’interno di un futuro gestionale limitato nel tempo, per 5 anni, o al massimo 10, come proposto dal Consiglio spezzino, se accettati in trattativa. “Sarzana in movimento” denuncia inoltre questa convergenza tra centrodestra e centrosinistra, corredata dal debole intervento della nuova sinistra alternativa sarzanese che: “Quando era parte integrante della maggioranza non reputò tale argomento degno di essere difeso, forse per non contrastare il “Pensiero Dominante” che a quel tempo sorreggeva spesso col voto” – e insiste - Oggi gli “Alternativi di sinistra” Mione e Pittiglio – al pari degli omologhi di Spezia – si astengono mentre l’ex candidata di centrodestra Frassini, capitombolata anima e corpo in maggioranza, vota a favore assieme al PD & Soci e l’ex UDC in maggioranza Rosignoli, a suo tempo nel consiglio di amministrazione di una partecipata ACAM, è assente”. Chiappini parla anche di responsabilità politiche mai sottoposte a corretta valutazione: “E’ giusto ricordare che nessuno, fra politici cui spettavano indirizzi e controllo e amministratori nominati dai politici stessi, ha mai pagato per il disastro del patrimonio bruciato. Responsabilità da cui neanche le nostre amministrazioni si possono chiamare fuori, non avendo mai effettuato il controllo analogo previsto dalla legge e che ancora oggi incombe sull’amministrazione attuale secondo la legge 175 del 2016, legge che sancisce definitivamente le responsabilità dirette dei Sindaci in caso di danno erariale”. Conclude dubbioso: "IREN è una società quotata in borsa, soggetta a profitti, speculazioni e andamento dei mercati. Nessuna garanzia di futuro stabilmente positivo, come per tutte le grandi aziende quotate in borsa. E se un colosso del genere cadesse in disgrazia e cominciasse a produrre debiti non più solvibili con propria liquidità? E se fra qualche anno cominciasse una china come quella che ha portato al debito mostruoso di ACAM che ancora oggi pagano i cittadini?"