"Peccato che l’ Assessore alla sanità ligure Sonia Viale abbia respinto il nostro invito a confrontarsi in Consiglio comunale sui problemi dei servizi sanitari locali, ma presenzi ad iniziative politiche chiaramente strumentali al suo partito ed alla sua maggioranza di governo.
Io sono stato, in qualità di Consigliere comunale capogruppo e candidato Sindaco per il gruppo Sarzana in movimento, ad ascoltare le ad altri esponenti della sua parte politica alcuni giorni fa ad una di queste iniziative organizzata dalla Lega Nord al “loggiato di Gemmi” a Sarzana: una delle solite passerelle politiche a cui ci hanno abituato tutti i partiti, soprattutto in tempi di campagna elettorale.
Niente di più di quello che, da sempre i politici ci propinano: ognuno che sale in "cadrega" ti dice quanto è bello, quanto è bravo, quanto ci sa fare e qual è la sua medicina per curare il sistema malato!
Ma la realtà percepita, o meglio; la realtà subita dai cittadini e dai malati, anche in questi due anni di cambio di governo regionale, è diametralmente opposta alla "fuffa" che si vende per nascondere giochi di potere e veri obbiettivi.
In questo caso, come per le precedenti amministrazioni politiche regionali, l'obbiettivo rimane trasferire sempre più risorse ai privati direttamente o indirettamente o costringere i cittadini a pagare di tasca propria.
Hanno risparmiato sulla spesa sanitaria regionale?
Ok... ma perchè non ci rendono ed ottimo di quanto in più, di tasca propria, i cittadini sono costretti a pagare per ottenere un servizio? Perché non ci dicono quanto hanno sottratto alle retribuzioni degli operatori? Perché non ci spiegano quanto hanno “Guadagnato” i privati in appalti che ingessano il sistema, convenzioni e acquisto di servizi e quanto, invece, costerebbe farlo “In house”?
Perché nessun accenno a soluzioni per la carenza di posti letto e di personale rispetto sia ai parametri di legge che alla media del resto dei territori liguri?
Per fare alcuni esempi; a Sarzana, checché ne dicano, oltre a quelli ancora vuoti lasciati liberi dalla Fondazione don Gnocchi, dopo gli accorpamenti sono ancora vacanti 10 posti letto nell’accorpato reparto di Chirurgia/Urologia e la “recovery room” con le quattro poltrone citate sono praticamente inutilizzate per la grave carenza di personale.
Tutto il personale infermieristico è da tempo in grave sofferenza, sottostimato di circa il 30% rispetto al resto della Liguria, ma è paradossale sentir nuovamente promettere soprattutto il rilancio del il comparto chirurgico con le sale operatorie che, secondo le previsioni dei governi regionali succedutisi, dovrebbero trainare la riconquista di utenza migrante quando invece, e ben si sa, lavorano da moltissimo tempo sotto organico.
Ed è pure utile evidenziare come sul vantato raddoppio dell’emodialisi nessuno evidenzi che, pure lì, non c’è nessuna previsione di deroga per assumere il personale necessario. O come per la bocciatura dell’ampliamento del Day Hospital oncologico la cui verità sta nella mancanza di medici ed infermieri per potenziarlo e non già in problemi strutturali. O ancora come, soprattutto oggi con la crisi che ha investito le famiglie, siano da potenziare decisamente i consultori famigliari mai neppure portati ai parametri di personale previsti dalla legge che li ha istituiti.
Ma potrei continuare a lungo, visto che i numeri sulle carenze della nostra ASL li denuncio da anni, dapprima assieme agli amici dei Comitati per la difesa dei servizi sanitari locali e da quando sono Consigliere anche nella mia veste istituzionale. Numeri, peraltro, confermati dallo stesso “libro Bianco” della Viale che per prima si dimentica di come onestamente li avevano riportati.
Si parla di “rimboccarsi le maniche per diventare punti di eccellenza”, ma perché non si dice che, invece, stanno "orientando" i medici alla libera professione o al rapporto privato con aziende private e cittadini che pagano di tasca loro?
Perché invece di inventarsi nuovi sistemi di finanziamento non si correggono le scelte sbagliate, non si recuperano le esternalizzazioni e gli appalti che hanno ingessato il sistema e creato lavoratori di serie B mentre cooperative , Onlus e privati facevano profitto pagati dal sistema sanitario pubblico?
Basterebbe recuperare anche solo l’ IVA che si paga per le esternalizzazioni che “in house” non si pagherebbe, e che già il dott. Conzi denunciava per cifre intorno ai 12 milioni, o, visto che “siamo azienda”, vendere servizi che invece siamo costretti a comprare dal monopolio creato dalla politica?
Dopo avere visto crescere dal 1976 (anno in cui sono entrato in sanità) i nostri servizi sanitari locali, da qualche decennio annoto scelte scellerate, mai finalizzate al vero risparmio ed alla vera ottimizzazione, con il chiaro intento di trasferire parte della spesa dalla gratuità finanziata dal pubblico alle tasche dei cittadini e dei malati e, contestualmente aprirsi al saccheggio di quanto lo stato investe nella sanità pubblica da parte dei privati.
E taccio dell’ingerenza della politica nell’organizzazione.
Ohimè! Povero popolo abbindolato.."