L’ennesima dimostrazione che la tecnologia e gli algoritmi hanno preso il sopravvento sulle nostre vite, senza che ce ne rendessimo conto. Relegando (anche) la politica a un ruolo marginale: le battaglie ideologiche oggi si fanno sui “mi piace”, sui commenti scritti su Facebook, sui video che fanno più visualizzazioni. Addio al contatto fisico e alle sane vecchie discussioni vis-à-vis.
Proprio stamattina, infatti, un “mi piace” dell’assessore al commercio in quota Lega Lorenzo Brogi alla pagina Facebook di CasaPound La Spezia è stato la scintilla che ha scatenato lo sdegno di alcuni esponenti politici locali, con tanto di richieste di dimissioni. Nello stesso giorno in cui CasaPound, alle 17, terrà un incontro all’NH Hotel in vista delle elezioni politiche della prossima primavera e in serata inaugurerà la nuova sede in Corso Nazionale. Mentre in contemporanea, al Canaletto, ci sarà una manifestazione antifascista contro l'apertura del nuovo spazio dell'organizzazione politica di estrema destra.
Così la segretaria provinciale del Partito Democratico Federica Pecunia non ha perso tempo e ha pubblicato sul social network l’immagine del “like” incriminato: “Non so cosa pensare stamattina, ma so cosa spero – ha scritto la consigliera comunale – L'assessore del Comune capoluogo che mette mi piace a un post di CasaPound mi fa sperare che oggi al Canaletto saremo tanti a dire che noi siamo antifascisti. Si esprima anche la giunta perché quando si amministra bisogna fare attenzione, anche a un mi piace. I valori democratici e antifascisti vengono prima di tutto”.
Jacopo Ricciardi di Rifondazione Comunista, invece, ha addirittura chiesto le dimissioni dell’assessore, lanciando l’hashtag “#dimissionisubito”.
Piccolo particolare sulla democrazia da social network: un “mi piace” a una pagina Facebook di un partito politico non equivale in nessun modo alla condivisione delle sue idee e dei suoi principi. Tanto rumore per nulla, quindi.
“Il mi piace l’ho messo semplicemente per restare aggiornato sulle loro iniziative sul territorio – commenta Brogi – nello stesso modo in cui seguivo le pagine di Matteo Renzi o Beppe Grillo. Questo non significa ovviamente che condivida il pensiero di CasaPound. Per sdrammatizzare: un mi piace ha talmente un grosso significato che ne ho uno anche alla pagina Facebook di Massimo Federici!”.